La consapevolizzazione dei consumatori riguardo alle produzioni dell’acquacoltura sostenibile ha portato ad un crescente interesse per la certificazione delle pratiche di questo ambito.
Contrariamente all’opinione comune, questa certificazione comprende questioni più ampie rispetto a quelle meramente ambientali. Infatti, queste riguardano anche settori come la responsabilità sociale e il rispetto delle norme giuridiche.
Uno dei programmi di certificazione più usati è l’ASC (Aquaculture Stewardship Council) e si basa su sette categorie principali: norme giuridiche, genetica, territorio e uso dell’acqua, responsabilità sociale, farmaci per la salute e gestione dei prodotti chimici, gestione dell’alimentazione, inquinamento dell’acqua e gestione dei rifiuti.
All’interno di questi grandi temi, gli organismi deputati alla certificazione hanno stabilito obiettivi specifici in termini di conversione alimentare, scarico di rifiuti, inquinamento delle acque e uso di farmaci come misure profilattiche. Questi obiettivi comportano sfide che gli acquacoltori devono affrontare al fine di rispettare tale certificazione.
Questi ultimi sono consapevoli che attraverso il rispetto dei criteri appena elencati, la certificazione di sostenibilità sia in grado di offrire un prezzo premium e consentire esportazioni verso i mercati a più alto valore. Ad esempio, l’ uso di acidi organici , phytogenics , pre e probiotici , nonché la gestione di micotossine , possono aiutare l’industria dell’acquacoltura a realizzare alcuni dei requisiti per il processo di certificazione senza nessuna perdita di profitto.
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