Originaria dei lontani mari orientali (Giappone, Australia, Filippine e Malesia), tra i crostacei Peneidi è la specie più ampiamente allevata nell’area costiera del Mar Mediterraneo, ad esempio in Paesi come la Spagna, la Francia, la Turchia e l’Egitto. È capace di sopravvivere per lunghi periodi fuori dall’acqua, purché in condizioni di temperatura e umidità controllate; questa caratteristica ne ha facilitato il trasporto in mercati distanti svariate miglia dalla zona di produzione. Il suo nome volgare richiama immediatamente alla nostra attenzione sia il suo principale Paese di origine che l’ingente valore simbolico che qui le viene attribuito, tanto che addirittura se ne regalano esemplari vivi in occasione di importanti festività, considerati un pregiato presente.
Nella forma e pigmentazione la nostra regina dei gamberi, conosciuta con il nome popolare di Mazzancolla Imperiale o di Gamberone giapponese (nome scientifico Penaeus japonicus) è simile alla nostra specie autoctona mediterranea, conosciuta come Mazzancolla (nome scientifico Penaeus kerathurus), che tuttavia risulta essere più delicata in allevamento e meno adattabile alle condizioni di affollamento in vasca.
Sebbene infatti quest’ultima si trovi nei nostri mari, la sua reperibilità durante l’anno è fortemente limitata. La forte domanda di questo tipo di crostaceo ha quindi stimolato l’interesse di imprenditori appassionati e allevatori di specie marine che hanno dato avvio a strutture di produzione della sua simile giapponese, godendo questa di alcune vantaggiose proprietà:
• Un buon tasso di accrescimento in allevamento;
• Una grande prolificità con la capacità di effettuare deposizioni di uova più volte l’anno;
• Adattabilità a condizioni climatiche variabili e che possono anche diventare temporaneamente estreme per le altre specie di gamberi (come ad esempio quando si hanno basse temperature invernali);
• Una grande resistenza alle manipolazioni in allevamento effettuate dall’uomo.
La Mazzancolla Imperiale è stata introdotta in Italia alla fine degli anni ’70 per scopi di ricerca dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Lesina che ne ha dimostrato ampiamente le interessanti potenzialità produttive in regime di allevamento estensivo (ovvero in laguna senza interventi artificiali dell’uomo) e la sua facile adattabilità alle condizioni climatiche italiane.
Il tasso di accrescimento di questo animale è molto più attraente di quello della specie autoctona con 20 gr. di peso medio raggiungibile in soli 3 mesi di allevamento contro i 14 mesi necessari invece a P. kerathurus. Inoltre le sue caratteristiche cromatiche, simili a quelle della specie nostrana, rendono la Mazzancolla Imperiale molto apprezzata sul mercato nazionale.
La resistenza alle basse temperature (anche inferiori ai 5 °C) e allo stress che ne deriva consente agli individui adulti di questa specie di sopravvivere al freddo invernale e alla raccolta nelle vasche poste all’aperto; il che significa l’opportunità di far giungere gli animali ancora vivi sul banco del commerciante, con un indiscutibile vantaggio di tipo economico.
Il ciclo di allevamento della Mazzancolla Imperiale impiega complessivamente 5-6 mesi per passare dallo stadio di uovo all’adulto con una taglia di mercato individuale media raggiunta di 20-25 gr. In condizioni di impianto ottimali è possibile ottenere almeno due raccolti l’anno utilizzando la medesima vasca di ingrasso.
L’allevamento della Mazzancolla Imperiale viene tradizionalmente effettuato in vicinanza del mare in laguna oppure in grandi vasche in terra alimentate dalle maree che ne determinano i cicli di rinnovo idrico.
Oggi grazie allo sviluppo di nuove tecniche efficienti e a basso costo per la filtrazione e depurazione dell’acqua sta diventando sempre più facile e conveniente produrre il crostaceo anche se non si ha la vicinanza delle vasche al mare.
La possibilità di allevare la Mazzancolla Imperiale, utilizzando una salinità inferiore a quella dell’acqua di mare nelle vasche controllate a circuito idrico chiuso, favorisce l’allevatore che in questo modo deve approvvigionarsi di un minor quantitativo di acqua salata, risparmiando quindi sul costo di trasporto, se non sceglie addirittura di utilizzare soltanto acqua preparata con sali artificiali bilanciati.
La ridotta salinità in vasca consente di utilizzare anche letti idroponici dove sono coltivate piante alofite in grado di crescere in acqua con sale addizionato, che fungono da biofiltratori per la depurazione biologica idrica.
La modularità degli impianti di allevamento consente di ottenere un più facile controllo gestionale, potendo dimensionare opportunatamente i quantitativi prodotti in base alle richieste del mercato di riferimento.
Gli impianti modulari garantiscono inoltre anche la necessaria biosicurezza, una garanzia per il mantenimento della qualità e quantità del prodotto allevato nonché per la prevenzione del rischio di malattie oppure di eventuali contagi provenienti dall’esterno.
La capacità produttiva di un modulo di allevamento di circa 110 mq. si aggira intorno ai 130 kg. di gamberi ogni 6 mesi (ovvero 260 kg. circa ogni anno) con una temperatura ottimale per la crescita animale di 25 gradi centigradi, mantenuta ospitando la vasca dentro una serra a tunnel ad esempio.
Ciascun modulo è indipendente dagli altri in modo da assicurare la massima prevenzione per impedire eventuali diffusioni di eventi patogeni all’intero allevamento. Le strutture coperte, oltre a proteggere gli animali dall’azione negativa di eventi meteorologici avversi, fungono anche da ulteriore protezione nei riguardi dei predatori animali, che costituiscono una delle cause principali delle perdite di prodotto allevato negli impianti di gambericoltura all’aperto.
Attualmente, essendo la produzione di Mazzancolla Imperiale in Italia praticamente inesistente, i suoi scambi commerciali sono difficilmente riportati nelle storiche serie economiche dei mercati ittici nazionali. La Mazzancolla autoctona è invece rappresentata sui listini aggiornati dei mercati ittici per via della pesca ai loro danni portata avanti nei mari nazionali. Tuttavia la reperibilità altalenante di questa specie va a compromettere l’offerta sul mercato, che risulta debole di fronte ad una domanda più interessata ad una costanza nella disponibilità del prodotto durante l’anno per quantità e qualità.
Infatti fluttuazioni nelle dimensioni delle catture in mare influenzano il prezzo di questo gambero con variazioni settimanali anche di una decina di euro passando ad esempio da 28 €/kg a 18 €/kg. a causa di un aumento del numero di esemplari pescati.
La Mazzancolla autoctona rappresenta una delle principali specie di crostacei commercializzate in Italia per quantità vendute e valore economico. Ha carni eccellenti dal gusto molto delicato. Viene commercializzata sia fresca che congelata e nei mercati mantiene comunque un costo elevato anche quando il pescato è relativamente abbondante. Tuttavia gli esemplari che è possibile osservare nei mercati ancora vivi e vitali sono principalmente quelli di allevamento ovvero classificabili come Gamberoni giapponesi.
Il riconoscimento morfologico è alquanto difficoltoso fra le due specie di gamberi; tuttavia esse possono essere distinte osservando il minor numero di denti della Mazzancolla Imperiale, posti sul rostro cefalico dorsale e per le bande scure continue trasversali lungo i lati e sugli uropodi (che costituiscono la parte caudale).
Il consumatore comune in genere non è consapevole della differenza esistente fra le due specie ed è quindi incapace di distinguerle sul banco del mercato ittico. Inoltre, oltre alla forma e al colore, anche il sapore delle carni di entrambi le specie è identico, fattore che spiega il motivo della rapida accettazione della Mazzancolla giapponese da parte del mercato italiano nonostante non sia indigena dei nostri mari.
Concludendo posso affermare che l’allevamento della Mazzancolla Imperiale nel nostro Paese offre una grande opportunità di lavoro e sviluppo anche professionale e interesse da parte degli imprenditori del settore ittico che sempre più di frequente subiscono non solo le fluttuazioni di mercato legate all’irregolare disponibilità, ma sono anche soggetti ai rigurgiti dell’opinione pubblica che viene periodicamente scossa da scandali relativi alle modalità di produzione di specie importate da quei Paesi in cui le normative per la salvaguardia alimentare ed il rispetto delle condizioni di allevamento e confezionamento non sono seguiti come dovrebbero.
Come consueto, rimango a disposizione di chi desidera approfondire l’argomento di questo articolo invitandolo a contattarmi tramite questo sito.
Dr. Davide Di Crescenzo
AquaGuide