Environmental Justice Foundation, Oceana, The Pew Charitable Trusts e Wwf hanno presentato la scorsa settimana “Il Regolamento UE INN – Analisi: Applicazione dei controlli sulle importazioni di prodotti della pesca in UE“.
L’analisi mette in luce delle evidenti disparità nell’applicazione dei controlli alle importazioni all’interno della UE, che creano una situazione di confusione e incertezza per gli operatori e lasciano il sistema esposto a potenziali abusi. Le disparità di cui sopra riguardano soprattutto la frequenza e la severità dei controlli e delle verifiche dei certificati di cattura e anche la qualità delle procedure di valutazione dei rischi per l’identificazione dei carichi da sottoporre a ispezione.
Emerge inoltre con una certa sicurezza che le disparità nei controlli sulle importazioni potrebbero far sì che i flussi ad alto rischio vengano dirottati verso stati che si sono dimostrati meno severi nell’applicazione delle procedure di valutazione dei CC. Questa situazione rischia di vanificare i significativi passi avanti compiuti da alcuni Stati membri nella piena applicazione del Sistema dei CC previsto dal Regolamento UE e non fornisce una garanzia sufficiente che i prodotti provenienti da attività di pesca INN non entrino nel mercato UE
Samantha Burgess (WWF) ha dichiarato: “Il regolamento dell’UE è un potente strumento nella lotta globale contro la pesca illegale. Ma i certificati di cattura cartacei, e l’incoerenza nell’attuazione dei controlli all’importazione previsti lascia il sistema aperto ad abusi. Chiediamo alla Commissione europea, con il sostegno attivo degli Stati membri, di fornire con urgenza tutta l’UE di una banca dati dei certificati di cattura. Il database deve incorporare uno strumento di analisi dei rischi esauriente”.
Tony Long, direttore del progetto del Pew Ending illegal fishing, ha dichiarato: “Le disparità nelle procedure di importazione minano il sistema di certificazione delle catture e gli elevati standard raggiunti da alcuni Stati membri. I miglioramenti sono necessari se l’Unione europea, in quanto mercato, vuole liberarsi da prodotti INN “.