Pesce in scatola: vera tendnza anche al ristorante – Il lungo periodo di lockdown ha reso tutti noi esperti in panificazione e lievitazione della pizza ma ha anche dato via libera alla nostra fantasia culinaria con l’utilizzo di alimenti base delle nostre dispense, a partire dal pesce in scatola, facendone addirittura accrescere la popolarità.
Il report Canned Seafood Market Growth & Trends, pubblicato lo scorso aprile da Grand View Research ha evidenziato che il mercato globale di pesce in scatola vedrà un tasso di crescita annuale di circa il 6% nei prossimi sette anni e raggiungerà un valore di quasi 50,5 miliardi di dollari (45,87 miliardi di euro) entro il 2030.
Il pesce in scatola sta diventando una vera tendenza anche al ristorante. Il Saltie Girl (Londra, Boston e Los Angeles), uno dei ristoranti con le liste di prenotazioni più lunghe, vanta una “tin list” con più di 100 opzioni di pesce in scatola, dalle cozze in salsa sottaceto alle anguille all’olio d’oliva e, sul suo sito web spiccano in bella vista le italianissime acciughe salate di Agostino Recca.


Se ci stiamo chiedendo se il pesce in scatola fa parte di una dieta sana troviamo la risposta nelle affermazioni della famosa dietista Tamar Samuels. “Il pesce in scatola – afferma Samuels, osservando che i benefici per la salute variano a seconda della lavorazione e della preparazione – è una fonte di proteine conveniente e, a seconda del tipo di pesce, può anche essere un’ottima fonte di acidi grassi omega-3 e altri nutrienti essenziali”. Da tenere in seria considerazione il fatto che i prodotti ittici in scatola tendono ad essere più ricchi di sodio rispetto a quelli freschi, vanno quindi consumati con parsimonia se si sta osservando una dieta povera di sale.
Consumare pesce in scatola è anche una scelta sostenibile. La presenza in etichetta del logo Marine Stewardship Council garantisce l’acquisto di prodotti sostenibili provenienti da una pesca gestita a livello sostenibile, una cattura che riduce al minimo le catture accessorie di specie non bersaglio o in via di estinzione e riduce al minimo gli impatti sull’ambiente marino.
La Good Fish Guide del Marine Stewardship Council offre un elenco dal quale si evince che la maggior parte dei piccoli pesci pelagici come sardine, sgombri e acciughe tendono ad essere migliori dal punto di vista della sostenibilità rispetto ai pesci più grandi che si trovano più in alto nella catena alimentare, come il tonno e il salmone.
Salmone, sgombro e sardine in scatola sono un’ottima fonte di acidi grassi omega-3, mentre ostriche e vongole sono un’ottima fonte di zinco. Il polpo è un’ottima fonte di vitamina B12 e selenio, e il merluzzo è un’ottima fonte di vitamina A.
Pesce in scatola: vera tendnza anche al ristorante