Il Governo con il Decreto Rilancio, 464 pagine, ha inserito aiuti al settore pesca. Molto interessanti gli articoli compresi dal 71 al 74 i quali danno una speranza a quelle realtà che non potevano rientrare nella CIG COVID19, oggi possibile grazie al fatto che la fascia temporale del 17 marzo è stata spostata in avanti.
Un buon segnale di speranza per i pescatori ma, come sempre la burocrazia la fa da padrona. Non vi è la tendenza a snellire la burocrazia per un settore già sommerso da pratiche labirintiche e di scadenze assillanti. Oltre ad aiuti economici certi, i pescatori hanno bisogno di pratiche “easy” per accedervi, in modo che le risorse disponibili vengano erogate in breve tempo.
Fortunatamente la burrasca si sta calmando e pian piano si sta tornando alla normalità con l’apertura di tutte le realtà commerciali che gravitano nel settore, ma si deve guardare al domani, si deve già predisporre un piano economico qualora il Covid-19 si ripresentasse ad ottobre come gli esperti stanno ipotizzando.
Bisogna riconfermare già da oggi i fondi di sostentamento e dare la possibilità di accedervi nell’immediatezza dell’eventuale fermo allo scopo di garantire la continuità di supporto economico per la ditta ed i marinai imbarcati. Sarebbe opportuno riconfermare fondi per l’acquisto DPI anti contagio che devono essere reperiti con facilità e senza costi esorbitanti come purtroppo accaduto nella fase 1.
Bisogna oggi correre ai ripari vista l’esperienza già fatta, per far in modo di non lasciare la filiera ittica in mezzo al mare in burrasca. Il lavoro fatto dal Governo fino ad oggi è stato immenso, ma non bisogna adagiarsi proprio ora. Ci sono realtà ancora in grosse difficoltà, ricordiamo i pescatori che rientrano nella legge 250 che versano in grosse difficoltà economiche non rientrando in toto negli ammortizzatori creati per sopperire alla crisi economica creata dalla pandemia.