Il settore della pesca può contribuire alle priorità ambientali delineate dalla nuova presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. È quanto affermato dal direttore generale della DG Mare João Aguiar Machado intervenuto in audizione al Parlamento europeo martedì 23 giugno davanti ai nuovi deputati, in uno degli ultimi impegni come capo del servizio della Commissione che si occupa di pesca che guida dal 2015. Sarà infatti a capo della missione permanente Ue all’Organizzazione Mondiale del Commercio, ha annunciato due settimane fa il capo della diplomazia Federica Mogherini.
“Il Green deal europeo può diventare un Blue deal, o comunque contenere molte sfumature d’azzurro,” ha detto Machado, aggiungendo che mari e oceani sostenibili sono preprequisiti sia per un settore della pesca prospero, sia per il benessere delle comunità costiere in Europa, che contano circa 170 milioni di cittadini.
Il Green deal proposto da von der Leyen la scorsa settimana a Strasburgo ha come obiettivo quello di rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico. “In questo senso, gli oceani sono fondamentali: economia blu e governance degli oceani sono collegate e bisogna affrontare questi aspetti con una visione d’insieme,” ha affermato l’alto funzionario portoghese nel corso di quello che è stato l’ultimo dei suoi interventi come capo del servizio pesca della Commissione europea che guida dal 2015. Due settimane fa, l’Alto rappresentante Federica Mogherini lo ha nominato infatti nuovo ambasciatore Ue a Ginvera presso l’Organizzazione mondiale del Commercio.
Il suo discorso si è concentrato molto sul Mare Nostrum, il cui stato resta a suo avviso preoccupante dal momento che circa il 90% degli stock sono oggetto di pesca eccessiva. “Collettivamente siamo responsabili: dobbiamo intensificare gli sforzi nel Mediterraneo e non dormire sugli allori o chiudere gli occhi di fronte alla realtà,” ha sottolineato Machado. Nella precedente legislatura la Commissione europea si è scontrata aspramente con il Parlamento sul piano pluri-annuale per i piccoli pelagici dell’Adriatico, considerato da alcuni membri dello staff di Machado “piano zombie”, come ricordato dal neo-deputato della Lega Rosanna Conte.
Machado è ritornato sull’argomento, ribadendo che la Commissione considera ancora la posizione del Parlamento non rispettosa della Politica Comune di Pesca (PCP) e colpevole di portare avanti una situazione di pesca eccessiva per sardine e alici. Ha inoltre precisato che la Commissione può sempre proporre provvedimenti d’emergenza qualora la situazione degli stock dovesse peggiorare. Anche i dati di crescita degli stock di alici e sardine rilevati dagli scienziati vanno esaminati con grande attenzione, ha risposto Machado incalzato sull’argomento dal deputato croato Ruža Tomašić, relatrice per il Parlamento proprio sul piano dell’Adriatico. “Non c’è ancora una decisione sul piano per l’Adriatico, vedremo cosa accadrà, ma ci sono anche altre specie da prendere in considerazione in questi piani pluriennali,” ha chiosato.
Tra le sfide immediate che si presenteranno ai nuovi deputati, Machado ha definito la proposta in sospeso per il nuovo FEAMP il tema più urgente da trattare, precisando tuttavia che sia le posizioni del Consiglio che quelle del Parlamento vanno nella stessa direzione e hanno provocato il disappunto della Commissione.
“Voglio essere molto franco: tali discussioni lasciano l’amaro in bocca e danno l’idea che il nostro impegno collettivo per la pesca sostenibile stia affondando,” ha ammonito il funzionario. Tra i motivi di preoccupazione di quello che considera un passo indietro pericoloso, ci sono l’abolizione della condizionalità regolata, il finanziamento in nuova capacità di flotta e la cancellazione del contributo del 30% per gli obiettivi climatici.
I sussidi per la costruzione dei pescherecci sono stati aboliti nel 2004 proprio perchè contribuivano a una situazione di eccessiva capacità della flotta che ha portato a sua volta alla pesca eccessiva e, secondo il funzionario, la loro reintroduzione è semplicemente non in linea con la nuova PCP del 2013 e contraddirebbe inoltre gli impegni internazionali, incidendo anche sulla credibilità europea su scala mondiale.
Gli eurodeputati hanno criticato Machado su questo punto. “Nessuno vuole mettere in discussione la PCP né aumentare la capacità. Si tratta di migliorare la sicurezza e l’utilizzo dei pescherecci,” ha risposto il capogruppo del Partito Popolare europeo (PPE) Francisco José Millán Mon, mentre il coordinatore socialista Clara Aguilera ha parlato di “provocazione” da parte della Commissione.
“Siamo a favore di sussidi che migliorino la sicurezza a bordo, ma si possono fare senza aumentare la capacità. Non capiamo perché comprare pescherecci nuovi con soldi Ue,” è stata la risposta di Machado come nel porto di Vigo siano al momento in cantiere 25 imbarcazioni e sono stati costruiti 5 nuovi pescherecci l’anno scorso, senza alcun ricorso a fondi pubblici.
Aguilera ha anche chiesto al capo della DG Mare i piani della Commissione per la promozione dell’acquacoltura. Machado ha condiviso l’opinione del deputato socialista circa il fatto che l’Europa sia in crescita, ma non al passo rispetto alle altre regioni del mondo riguardo lo sviluppo del settore, e questo principalmente per difficoltà amministrative. “In alcuni Stati membri ci sono voluti 5 anni per una licenza, perchè bisogna rivolgersi a diversi dicasteri ad esempio per capire se si può fare acquacoltura offshore. Quale investitore spende 5 anni in attesa burocratica e altri 4 per avere un ritorno di capitale?” ha spiegato Machado anticipando che la Commissione è pronta a rivedere gli orientamenti per l’acquacoltura al fine di passare alla fase successiva che prevede la creazione di un nuovo settore imprenditoriale europeo per l’acquacoltura.
Gerardo Foruna
Foto: © Unione europea 2019 – Fonte: EP – Didier BAUWERAERTS