A poche ore dall’accordo raggiunto a Lussemburgo dal Consiglio Ue Agricoltura e Pesca, è possibile stilare un bilancio sulle quote decise dai ministri dei 27 Stati membri per i 10 stock commerciali più importanti del Mar Baltico.
L’accordo prevede che i limiti alle catture per il salmone nell’area del Golfo di Finlandia restino invariati a 9.703 tonnellate, mentre sono incrementati dell’11% rispetto all’anno precedente per le aringhe nel golfo di Riga.
Gli altri otto stock soggetti alle quote europee hanno invece subito decurtazioni, in alcuni casi anche pesanti. Senza precedenti la scelta di tagliare del 60% le quote di merluzzo nel Baltico occidentale, a rischio collasso nel 2023. Nel complesso, si registra un passo indietro rispetto alla decisione di un anno fa, quando le catture massime consentite furono incrementate del 70%.
Confermato anche lo stop alla pesca del merluzzo bianco nel Baltico orientale, approvato dalla Commissione europea lo scorso luglio come misura di emergenza per salvare lo stock dall’imminente collasso. Dal 2014 al 2019 le quote di merluzzo bianco erano state ridotte costantemente ogni anno, ma nel 2020 saranno concesse solo 2.000 tonnellate di catture involontarie.
Per quanto riguarda le quote di aringhe, i pescatori nel Golfo di Botnia tra Svezia e Finlandia potranno pescarne circa 65mila tonnellate, con una riduzione del 27% rispetto all’anno precedente. Il calo di catture per le aringhe sarà applicabile anche nel Baltico centrale (-10%) e occidentale (-65%).
Ridotte del 22% anche le quote per gli spratti, piccoli pesci azzurri pelagici abbastanza simili alle sardine, mentre le catture di platessa, che nel Baltico vengono effettuate da novembre a giugno, crollano a 6.894 tonnellate, registrando un taglio del 32% rispetto al 2019.
Nel complesso, il Consiglio ha accettato le richieste della Commissione europea precedente al summit, salvo alcune piccole eccezioni. Una fonte presente alle trattative ha riferito che i ministri, ad esempio, si sono opposti alla proposta dell’Esecutivo europeo di introdurre sistemi elettronici a bordo per monitorare da remoto le catture effettive.
La stessa fonte ha però confermato come, sin dall’inizio delle trattative, i ministri fossero consapevoli della necessità di sacrifici, data la situazione allarmante nel Baltico. In effetti, l’accordo sarebbe stato raggiunto già prima della mezzanotte, nonostante fosse stata preannunciata la solita trattativa notturna a oltranza fino alle prime luci del mattino.
“La scorsa notte abbiamo dovuto prendere decisioni difficili ma necessarie sul Baltico,” ha detto il Commissario alla pesca Karmenu Vella, alla sua ultima trattativa per le quote di pesca. A quanto si apprende, Vella ha espresso ai ministri la propria soddisfazione sul pacchetto finale di quote approvato dal Consiglio, una volta concluse le trattative. In conferenza stampa ha poi sottolineato come sei stock saranno gestiti considerando il principio del massimo rendimento sostenibile (MSY).
In cambio di quote stringenti, i ministri hanno però ottenuto rassicurazioni dalla Commissione sulle ripercussioni socioeconomiche che la riduzione delle catture potrebbe arrecare alle comunità di pescatori del Baltico. Proprio sul tema, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Svezia e Polonia hanno firmato un documento non pubblico di due pagine e mezzo
Nella dichiarazione, gli Stati che si affacciano sul Baltico hanno insistito sul bisogno di gestire gli stock pescati eccessivamente per evitare effetti contagio su altre specie e si sono impegnati a cercare di affrontare le cause profonde della sovrapesca nell’area, non riconducibili esclusivamente alle attività del settore ittico, ma anche alla degradazione dell’habitat marino dovuto all’industria e alla agricoltura.
Gerardo Fortuna