Quarantacinque giorni di tempo per mettersi in regola. È partita lo scorso primo giugno e si protrarrà fino al 15 luglio la sanatoria per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro e il rilascio dei permessi di soggiorno.
Le misure riguardano sia i cittadini extracomunitari che quelli italiani e dell’Unione europea: tra le 400 e le 600mila persone, stando alle stime dei tecnici. Le domande riguardanti il lavoro possono essere inviate solo attraverso lo sportello telematico creato dal ministero dell’Interno.
Possono presentare domanda i datori di lavoro che intendono assumere o regolarizzare la posizione dei dipendenti: è previsto un contributo forfettario di 500 euro per ciascun lavoratore e quelli stranieri devono avere soggiornato in Italia prima dell’8 marzo.
Possono chiedere il permesso soggiorno temporaneo, valido per sei mesi e solo in Italia, gli stranieri con un permesso scaduto dallo scorso 31 ottobre che prima di quella data hanno lavorato in uno dei settori indicati nel decreto: vale a dire assistenza alla persona, lavoro domestico, agricoltura, allevamento e zootecnica, pesca e attività connesse i settori interessati.
In buona sostanza la platea di colf, badanti, braccianti e pescatori anche se i sindacati hanno già chiesto che la misura venga estesa ad altri settori, dal turismo all’edilizia.