Ottimizzare ulteriormente il settore dell’acquacoltura per divenire player di punta a livello globale, questo è il nuovo obiettivo del Vietnam.
Secondo i dati relativi all’anno 2017, dopo Cina, Indonesia e India, il Vietnam è tra i maggiori produttori con 3,84 milioni di tonnellate di prodotti ittici da acquacoltura. La strategia nazionale del Vietnam per lo sviluppo dell’acquacoltura marina entro il 2030 è stata oggetto di interesse nel corso di un seminario che si è tenuto ad Hanoi lo scorso luglio.
Il piano strategico vietnamita, addizionato da una visione di forte implementazione da realizzarsi entro il 2050, prevede l’attuazione sperimentale di politiche di settore che tendano ad incentivare l’acquacoltura marina industriale entro il 2020, portando a 750 mila tonnellate la produzione di pesce (200 mila ton), molluschi (400 mila ton), e alghe (150 mila ton). Il piano prevede che la produzione salga a 1,75 milioni di tonnellate entro il 2030 e a 3 milioni di tonnellate entro il 2050.
Il Vietnam prevede un guadagno di 1,29 miliardi di euro dalle esportazioni dei suoi prodotti d’allevamento marino entro il 2020. Si stima che il totale crescerà tra i 4,3 miliardi e i 6,9 miliardi di euro entro il 2030 e più di 8,6 miliardi di euro entro il 2050. L’obiettivo principale del paese è quello di diventare uno tra i principali player del Sud-Est asiatico e dell’Asia nel settore dell’acquacoltura marina e di posizionarsi tra i primi cinque produttori al mondo entro il 2050.
Acquacoltura vietnamita
Con una costa di oltre 3.260 chilometri (2.026 miglia) e numerose isole e baie. La sua zona economica esclusiva rappresenta quasi il 30% del Mar Cinese Meridionale. In particolare, le acque nell’Ovest del paese.
Pangasio e gambero sono i due principali prodotti di acquacoltura del Vietnam. Sono principalmente allevati nel delta del Mekong.
Attualmente in tutto il paese sono circa 50.000 le famiglie impegnate nella produzione.