L’istituzione di nuovi SIC marini mette a rischio la sopravvivenza dei pescatori. Lo denuncia con una nota UNCI Agroalimentare.
Dal 3o settembre il ministero dell’ambiente approverebbe la possibilità di chiudere una vasta area alla pesca coinvolgendo le regioni Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, con divieto di cattura da tre a dodici miglia. L’istituzione di nuovi SIC marini (Siti di Interesse Comunitario) non trova concordi le regioni interessate né troverà mai concordi i pescatori. UNCI Agroalimentare ritiene assolutamente di vitale importanza rinviare a nuova data l’istituzione dell’area SIC.
“Va bene proteggere delfini e tartarughe ma chi deve proteggere il lavoro e le famiglie dei nostri pescatori? – Dichiara il presidente di UNCI Agroalimentare Gennaro Scognamiglio – Le nostre imprese di pesca già sono allo stremo. Se passa questa ennesima sottrazione, o sarebbe meglio dire furto, di un’area di lavoro per i pescatori, saremo costretti a chiedere ai delfini e alle tartarughe di aiutare le famiglie dei pescatori e provvedere al loro mantenimento”.
“Non ne possiamo più di questo sterminio del pescatore, è ora di iniziare una seria politica di salvaguardia aziendale della pesca e dei nostri pescatori. C’è una contraddizione in essere: con i fondi FEAMP, che dovrebbero essere a sostegno dei pescatori, si finanziano ricerche per distruggere la pesca. UNCI Agroalimentare proclama ufficialmente lo stato di agitazione permanente delle marinerie interessate e chiede un tavolo di confronto reale tra Associazioni, Regioni, MIPAAF e il Ministero dell’Ambiente. L’attività di ogni pescatore è priorità assoluta”, conclude Scognamiglio.