“Non è sempre vero, ma stavolta possiamo dire che un Piano è meglio di niente” – dice Marco Affronte, che ha votato favorevolmente al piano per i demersali nel Mediterraneo Occidentale, che è stato accolto dalla Plenaria di Bruxelles
“Sappiamo benissimo che la situazione nel Mediterraneo è drammatica, con oltre il 90% delle specie che sono sovrapescate, un inquinamento a tratti gravissimo, un intrico trasportistico difficile da sciogliere. Il piano votato non è per nulla ambizioso, e di sicuro non risponde adeguatamente alla situazione drammatica di alcuni stock, tant’è che alcuni mesi fa avevamo chiesto alla Plenaria di riportarlo al vaglio della Commissione Pesca, ma è stato invece deciso di portarlo al Trilogo, che lo ha chiuso in una sola seduta.
Primo e principale punto negativo è che gli obiettivi di sostenibilità, cioè il raggiungimento dell’MSY, il Massimo Rendimento Sostenibile, siano stati rinviati di 5 anni, al 2025. È anche giusto ammettere che continuare a scrivere di poterli raggiungere per il 2020 sarebbe stata un’autentica presa in giro, date le condizioni. Siamo almeno riusciti” – prosegue Affronte – “ad ottenere una riduzione delle catture del 10% per il primo anno e uno stop della pesca a strascico per tre mesi consecutivi fino a 100 metri di profondità.
Non sarà quindi per tutto l’anno purtroppo, come da noi chiesto. In ossequio alla regionalizzazione ciascun Paese potrà scegliere quando applicarlo, ma almeno è stato introdotto questo periodo per consentire di rifiatare agli habitat costieri, i più delicati, che danno rifugio a tanti pesci giovanili o appena nati.”