“Una riforma che, nel testo attuale, tradisce le aspettative di quanti speravano in una reale semplificazione delle misure tecniche e nella possibilità di vararne di nuove specifiche per i nostri mari, e che rischia di rimanere solo apparente”.
È questo il giudizio espresso ieri a Bruxelles dall’Alleanza delle cooperative pesca intervenuta all’iniziativa indetta al Parlamento europeo dal relatore Gabriel Mato e dall’Organizzazione europea Blue Fish.
Il testo avviato alla codecisione e oggi all’esame della Commissione Pesca del Parlamento riprende di fatto tutte le norme vigenti in materia di misure tecniche e le riunisce in un unico documento. La possibilità di modificarle o di proporne di nuove passerebbe esclusivamente per i piani di gestione pluriennali, i piani di gestione dei rigetti e misure ambientali, per i quali gruppi di Stati membri dovrebbero formulare raccomandazioni comuni “regionalizzate”. Difficile immaginare un percorso che veda le amministrazioni nazionali concordare tra loro raccomandazioni relative alle specificità locali per inserirle in proposte comuni.
“Più che una riforma, spiega l’Alleanza, il testo proposto dalla Commissione apre possibilità di modificare misure tecniche ma a condizioni e con procedure tutte da esplorare e da comprendere e sulle quali esprimiamo tutto il nostro scetticismo. Altra cosa sarebbe stata l’abolizione delle misure attuali e il rinvio agli Stati membri della formulazione di nuove norme adatte alle loro flotte e specificità locali, senza rendere obbligatorio il passaggio per la regionalizzazione”.
Questo è quanto è stato espresso al relatore onorevole Mato, unitamente ad un documento contenente le osservazioni di dettaglio sull’articolato della Proposta. Presenti alla riunione l’onorevole Renata Briano (shadow rapporteur), rappresentanti della DG Mare, degli Stati membri presso l’Unione Europea e numerosi stakeholder.