A tre anni dalla riforma della politica europea della pesca, la Commissione Ue annuncia oggi il varo di una delle proposte più attese dal settore e dal Parlamento europeo: la regionalizzazione di numerose misure di gestione dell’attività di pesca. Così, per la prima volta nel settore, e nell’ambito di un quadro legislativo, si consente un decentramento dei poteri di gestione da Bruxelles agli Stati membri. In concreto, i Paesi Ue di un determinato bacino marittimo (ad esempio il Mediterraneo), potranno accordarsi su un piano di misure di pesca (dalle aree interessate all’uso di tecniche e strumenti, dai periodi di pesca alle catture accidentali) in linea con le esigenze locali, inviando poi alla Commissione Ue le deroghe richieste. Quanto alle piccole reti derivanti (fino a 2,5 km), restano le regole in vigore, ma gli Stati sono liberi di adottare misure più restrittive. Intanto si riunirà a Bruxelles, il prossimo 27 aprile, su iniziativa del commissario europeo alla pesca Karmenu Vella, il Consiglio Euromediterraneo, con l’obiettivo di continuare l’impegno in favore della conservazione delle risorse ittiche del Mare Nostrum, lanciato a Catania lo scorso 9 febbraio In quell’occasione il commissario Vella presenterà le proprie idee ai ministri delle due sponde del Mediterraneo che parteciperanno al confronto.
ANSA