“Nel decreto legge rilancio sono previsti 450 milioni per agricoltura e pesca per il ristoro ma il problema sono i tempi lunghi di attuazione visto che ancora si è in attesa del fondo di 100 milioni di euro previsto dal decreto legge Cura Italia del 17 marzo scorso”.
A dichiararlo, intervistato da Pesceinrete è Giuseppe Messina, Segretario Regionale Ugl Sicilia.
A distanza di due mesi nessun euro è stato erogato a favore delle imprese di pesca anche in forma cooperativa.
“Troppa lentezza, se si pensa che è stato emesso in 60 giorni solo il decreto ministeriale di ripartizione con 20 milioni stanziati ma non ancora elargiti in favore delle imprese di settore anche in forma cooperativa per l’arresto temporaneo della pesca”, dichiara Messina.
“Anche per le imprese di pesca in forma autonoma, titolari di Partita Iva, la musica non cambia, nessuno ha avuto il bonus di 600 euro perché mancherebbe il codice identificativo presso l’Inps. – Sottolinea il Segretario Regionale Ugl Sicilia – Anche sul versante dei pescatori nulla di fatto. Con gli articoli 19 e 22 del decreto legge Cura Italia, i pescatori possono accedere al Fondo integrazione salariale o alla cassa integrazione in deroga. Procedure lunghe e farraginose di erogazione hanno comportato che nessuno abbia percepito alcunché, se si fa eccezione per casi sporadici”.
Non abbiamo più tempo, i dati sono drammatici, non c’è liquidità, il rischio di disagio sociale è dietro l’angolo e va scongiurato con ogni mezzo.
“Il governo nazionale si impegni ad attuare quanto annunciato – prosegue Messina – Si vari senza indugi il decreto legge semplificazioni che deroghi in maniera massiccia alle procedure ordinarie per contrastare l’emergenza economica ed evitare lo sconquasso sociale”.
“Si agisca subito sul mondo delle imprese, in particolare del settore della pesca, per mettere in sicurezza la capacità produttiva con prestiti a fondo perduto e si garantisca nelle prossime ore il pagamento della cassa integrazione ordinaria e in deroga ai pescatori e si snelliscano le procedure amministrative. Altri ritardi non sono più sopportabili, perché rischiano si sfociare nel caos e nella sommossa popolare spontanea, terreno fertile per la criminalità organizzata”, conclude Giuseppe Messina.