“L’obiettivo che come Regione del Veneto portiamo avanti è quello di lavorare insieme per una semplificazione normativa al fine di realizzare un regolamento unico per tutto il corso del Po soprattutto nell’intento di contrastare il bracconaggio. Il Po e il Polesine sono una risorsa importante da valorizzare e da difendere dal saccheggio dei bracconieri, è un territorio che va vissuto nel pieno rispetto della natura e della legge”.
Così l’assessore alla Pesca Cristiano Corazzari è intervenuto in occasione della Consulta interregionale per la gestione sostenibile e unitaria della pesca e della tutela del patrimonio ittico del fiume Po, convocata in videoconferenza dall’Autorità di Bacino del Po. Oltre alla Regione del Veneto erano presenti i rappresentanti di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, e i rappresentanti delle prefetture di Milano e di Venezia.
Il percorso per arrivare a una disciplina unitaria della pesca lungo l’asta del fiume Po – dalla sorgente e fino alla diramazione del Po di Goro con esclusione del delta – è stato avviato nel 2015: il fine è quello di superare le frammentate normative regionali per arrivare a una direttiva unitaria capace di perseguire obiettivi di tutela e sviluppo socioeconomico e di aumentare l’efficacia delle attività volte al contrasto del fenomeno del bracconaggio.
A un primo protocollo di intesa tra le 4 Regioni coinvolte e l’Autorità di Bacino siglato nel 2016, è nata la Consulta interregionale nel 2017 ed è stato firmato un nuovo protocollo d’intesa nel 2018 con oggetto il contrasto alla pesca illegale. Ora si sta lavorando alla direttiva unitaria.
Durante la videoconferenza l’assessore Corazzari ha rinnovato l’impegno della Regione del Veneto di addivenire al piano di contrasto al bracconaggio che sarà coordinato dalla prefettura di Milano sulla base del modello sperimentato a Mantova e prevedrà il coinvolgimento delle forze di polizia nazionali e locali.
“È importante arrivare a un maggior coinvolgimento e coordinamento delle forze dell’ordine per le attività di monitoraggio delle attività illecite sul fiume Po – ha concluso Corazzari – ma penso sia fondamentale anche una maggior partecipazione delle associazioni di pesca sportiva che possono essere un presidio importante per controllare l’area”.