Il progetto SUREFISH e le nuove ricerche sulla tilapia nel Mediterraneo – Il Progetto SUREFISH continua a generare sorprese, ricerca e nuove opportunità per la filiera ittica del nostro Mediterraneo. L’obiettivo di “SUREFISH”, progetto vincitore dei Bandi PRIMA 2019 per il settore “agrifood value chain”, filiera alimentare, risiede nella volontà di voler garantire la valorizzazione e la tutela della pesca, in particolare per acciuga, cernia, tilapia e tonno rosso, con la finalità di garantire la tracciabilità del prodotto ittico nel Mediterraneo per combattere la pesca illegale, accrescere la consapevolezza dei consumatori e innescare nuove opportunità di cooperazione all’interno della filiera ittica. Il progetto vede il coordinamento dell’Italia con la società ENCO SRL e l’Università degli Studi di Napoli Federico II insieme ad altri quattro Paesi: Egitto, Libano, Spagna e Tunisia. In Tunisia, grazie alla collaborazione con Slow Food Tebourba – Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, esperto di progetti sostenibili per la promozione del food e del seafood, il progetto ha consentito di comprendere l’importanza di garantire la tracciabilità nel Mediterraneo per una tipologia di prodotto ittico molto importante in Tunisia: la tilapia. Tale tipologia di pescato risulta essere il più consumato nel mondo, una specie appartenente alla famiglia dei Ciclidi, che vivono in Africa, Asia e Sud America. In particolare sono stati i cinesi a fare esplodere l’allevamento e il commercio di questo tipo di pesce, che si adatta bene alla cottura alla griglia e al vapore. In aggiunta, la pelle del tilapia viene riciclata per essere utilizzata dall’industria, specie quella della concia, e si trasforma in rivestimenti per i mobili, guanti e accessori. La ricerca elaborata da SUREFISH dimostra che il 70% del pesce è prodotto e lavorato a Taiwan a cui segue l’Egitto e anche per questo prodotto ittico la tracciabilità di tutta la filiera ittica diviene importante per garantire certezze ai consumatori e rispecchiare gli impatti sulla pesca in termini di sostenibilità. La tilapia è molto resistente e allevarla è economico, ma molti allevatori ne approfittano per allestire sistemi di allevamento in condizioni non adeguate, talvolta nutrendo il pesce con mangimi contaminati da feci. Non è sempre facile capire se la tilapia provenga o meno da allevamenti non sostenibili, senza dimenticare che anche i mangimi a base di farine vegetali non sono adatti alla salute dell’organismo umano.
In molte zone del Nord Africa, compresa la Tunisia, la tilapia è prodotto ittico low cost sul mercato e, di conseguenza, il più consumato anche su scala globale e tale considerazione aiuta a comprendere l’importanza di garantire la tracciabilità e il controllo della filiera. Grazie ad una dieta prevalentemente vegetariana, alla notevole velocità di crescita e alla sua capacità di vivere anche in acque non cristalline, caratteristiche che rendono più appetibili i costi dell’allevamento, questo pesce si è imposto con efficacia sui mercati europei e americani. In Tunisia, la tilapia è un pesce fresco particolarmente economico e il costo molto contenuto ha contribuito alla sua popolarità. A loro volta, i costi di allevamento sono davvero minimi e per questo anche particolarmente diffusi. L’obiettivo principale del progetto SUREFISH è quello di valorizzare la pesca del Mediterraneo attraverso l’implementazione di soluzioni innovative per ottenere la tracciabilità dei pesci autoctoni del Mediterraneo, tilapia compresa, confermando l’autenticità del prodotto ittico, prevenendo le frodi, tutelando la salute dell’ecosistema marino e dei consumatori del Mediterraneo. Le ricerche condotte dal team mediterraneo di SUREFISH intendono valorizzare quelle realtà locali che lavorano all’interno del mondo della pesca rispettando i parametri di sostenibilità e tutela del pescato. In Tunisia, inoltre, con la tilapia si è notato anche che gli elementi di innovazione nel settore dell’acquacoltura possono contribuire alla crescita sostenibile delle politiche agricole, aiutando a diversificare l’assetto agricolo tradizionale di quelle aree basate in prevalenza sulla produzione di datteri e senza dimenticare che le scorie prodotte dai pesci, appartenenti alla specie Tilapia, diventano un ottimo concime biologico per le coltivazioni locali da promuovere in tutto il Mediterraneo.
Il progetto SUREFISH e le nuove ricerche sulla tilapia nel Mediterraneo