Le misure che stanno dando sollievo al settore sono state bene accolte, ha detto in un’intervista esclusiva a Pesceinrete il Commissario Ue alla pesca Virginijus Sinkevičius che avverte: l’emergenza corona virus non cambia le carte in tavola sui negoziati per il nuovo FEAMP.
Commissario Sinkevičius, può sintetizzare le misure recentemente avallate dalla Commissione per dare sollievo al settore della pesca durante l’emergenza corona virus?
La Commissione ha pubblicato giovedì 2 aprile un terzo grande pacchetto di misure a sostegno dell’economia degli Stati membri in tempi di crisi. Il pacchetto si concentra sulla flessibilità che i Paesi Ue avranno nell’utilizzare i fondi disponibili per affrontare la crisi.
In esso sono previste misure temporanee specifiche per il settore della pesca, in particolare sostegno ai pescatori e agli acquacoltori se costretti all’arresto temporaneo delle attività di pesca e produzione acquicola a causa del coronavirus.
Ma c’è anche una riassegnazione più flessibile delle risorse finanziarie nell’ambito del programma operativo di ciascuno Stato membro, nonché una procedura semplificata per la modifica dei programmi operativi.
Che tipo di difficoltà sta affrontando il settore?
Siamo di fronte a uno shock generale dell’offerta a causa della quarantena dei consumatori e della chiusura di ristoranti e alberghi. La diminuzione della domanda di pesce fresco sta mettendo sotto pressione i pescatori a causa del calo dei prezzi, che sta portando a drastiche riduzioni dei redditi degli equipaggi.
Molti attori della filiera hanno chiuso la loro attività a causa delle misure di sicurezza per contrastare il corona virus. In alcune aree non ci sono più opportunità di vendita e dunque i pescatori non possono più vendere i loro prodotti. Alcuni piccoli pescatori possono continuare a lavorare, perché in certe aree la filiera corta è ancora operativa.
Quali sono le richieste che ha ricevuto dal settore?
Mentre il sostegno dell’attuale Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per il periodo 2014-2020 ha contribuito a investire nella sostenibilità sociale, economica e ambientale del settore della pesca in circostanze normali, gli effetti della crisi del corona virus sul settore richiedono risposte più ampie e flessibili. A questo proposito, il settore della pesca è stato quasi unanime nel richiedere il sostegno dell’UE per misure di emergenza temporanee e flessibilità di bilancio al fine di alleviare gli effetti socio-economici del coronavirus.
Inoltre, il settore ha chiesto un sostegno specifico per le organizzazioni di produttori, che svolgono un ruolo chiave nella gestione della crisi. Al fine di mitigare le perturbazioni del mercato causate dall’impatto dell’epidemia di coronavirus, il settore ha anche chiesto la riattivazione degli aiuti allo stoccaggio.
La Commissione ha ascoltato queste richieste, che sono state accolte anche dagli Stati membri e dai membri del Parlamento europeo, ed è arrivata a proporre le misure specifiche di venerdì scorso e del 19 marzo, che seguono l’iniziativa del 13 marzo.
Avete già ricevuto delle reazioni da parte degli operatori del settore circa le misure che avete preso?
Abbiamo ricevuto molti messaggi di sostegno dagli Stati membri, dall’industria della pesca, compreso il segmento della piccola pesca, dagli eurodeputati e da altre parti interessate per le misure adottate venerdì 2 aprile, nonché per le misure già adottate all’inizio di marzo, che mirano a dare un sollievo immediato al settore.
Crede che l’arresto temporaneo delle attività di pesca possa causare l’interruzione della filiera alimentare e una scarsità di prodotti ittici per il consumatore?
I mercati dei prodotti ittici sono già sconvolti dalla crisi del coronavirus. Questo ha comportato un significativo calo della domanda. La chiusura delle sedi di vendita, delle sale d’asta e dei mercati, dei punti vendita e dei canali di distribuzione ha visto diminuire notevolmente i prezzi e i volumi.
Il calo della domanda e dei prezzi, unito alla vulnerabilità e alla complessità della filiera, composta di prodotti deperibili e che necessità di importante fabbisogno di manodopera, ha fatto sì che le operazioni delle flotte pescherecce e la produzione di frutti di mare fossero in perdita.
Di conseguenza, i pescatori sono costretti a rimanere in porto e gli acquacoltori dovranno scartare o distruggere i prodotti nel giro di settimane. Il rapido declino colpisce in particolare i piccoli operatori della pesca costiera e chi opera nell’acquacoltura.
Queste nuove misure provano a risolvere anche questo squilibrio di mercato?
Abbiamo proposto con il pacchetto di venerdì di istituire un meccanismo di sostegno per lo stoccaggio temporaneo dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura destinati al consumo umano, che favorirà una maggiore stabilità del mercato, attenuando il rischio che tali prodotti vengano sprecati o reindirizzati a scopi alimentari non umani.
Questa crisi può influenzare i negoziati sul nuovo FEAMP? Magari portando la discussione più sul supporto al reddito dei pescatori che non sulle misure per garantire una maggiore sostenibilità?
Posso confermare che i negoziati sul prossimo FEAMP per il periodo 2021-2027 continuano sulla base della proposta della Commissione del 2018. Le nostre nuove misure recentemente approvate riflettono la necessità immediata di un sostegno per affrontare le conseguenze dell’epidemia di coronavirus, ma non pregiudicano in alcun modo i principi fondamentali della politica comune della pesca (PCP): ottenere benefici ambientali, sociali ed economici a lungo termine attraverso una gestione sostenibile della pesca.
Il futuro FEAMP deve continuare a concentrarsi su questi obiettivi. A questo proposito, il sostegno dell’UE per promuovere le condizioni per attività di pesca redditizie è essenziale e lo è sempre stato. Esso va di pari passo con gli obiettivi di sostenibilità. Questo approccio a lungo termine è anche totalmente compatibile con un sostegno urgente, e limitato nel tempo, alle comunità di pescatori di tutta l’UE nell’eccezionale contesto del coronavirus.
Nella nostra proposta, ad esempio, abbiamo fatto in modo di poter conservare finanziamenti sufficienti per il controllo e la raccolta di dati, che sono pietre miliari della PCP ed essenziali per garantire il raggiungimento dei nostri obiettivi di conservazione. La nostra politica consiste sempre nell’assicurare, in qualsiasi momento, il giusto equilibrio tra i diversi pilastri della sostenibilità.