Gli armatori sono spaccati in due, una parte di flotta ha deciso di intraprendere il mare cercando di dare sostentamento alla propria attività e alle famiglie dei marinai imbarcati, altri hanno deciso di rimanere in banchina in virtù della sacrosanta paura del contagio.
In questi giorni i decreti non sono mancati, restrizioni, linee guida fanno da padrone in questo stato di pandemia.
Ma per il settore pesca, che non è stato assoggettato a restrizione, sono state definite linee guida idonee e serie per dare la possibilità di svolgere le bordate in sicurezza?
Il Ministero ha uno staff di esperti sulla sicurezza in mare – in virtù della tanto acclamata ILO 188 per il settore pesca orgoglio di molti – con la quale si garantisce una vita in sicurezza a bordo, perchè non si è creata una circolare, un Dlgs, un protocollo sanitario per la vita e gestione della bordata a bordo di un motopesca?
Le linee guida generali emanate non possono essere utilizzate per la vita di bordo, un peschereccio una nave hanno condizioni completamente particolari e fuori da ogni pagarone, quindi di riflesso si porta al blocco del settore o all’uscita in mare ma con molti dubbi e preoccupazioni.
Ogni motopesca ha un RSPP che indirizza a procedure anti contagio ma le stesse sono molto soggettive.
Urge quindi un protocollo per tutti, una direttiva dall’alto che legiferi in materia, per garantire a chi decide di uscire di pescare garantendo la propria sicurezza e quella del personale imbarcato, sia in fase di bordata sia in fase di sbarco del pescato.