Accordi firmati senza far troppo rumore che svendono i mari italiani ai francesi. Questa la denuncia di alcuni esponenti politici del Bel Paese, che accusano governo e Farnesina di aver ceduto decine di miglia di acque territoriali al largo delle coste liguri e sarde. Disappunto di Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, e di Roberto Calderoli che ha portato alla ribalta la collaborazione tra il ministro degli Esteri francese Fabius e il corrispettivo italiano Gentiloni, iniziata nel 2015 e, a detta dei politici, andrebbe a scapito delle acque nazionali e soprattutto dei pescatori. E’ dello scorso gennaio, infatti, la notizia del sequestro e rilascio del peschereccio italiano Mina nelle acque prospicienti a Ventimiglia da parte dei cugini transalpini. L’accusa era di aver sconfinato nelle loro acque territoriali. Date le circostanze, la Liguria è stata la prima a muoversi tramite una nota formale indirizzata ai ministri Gentiloni e Martina per chiedere un incontro comune con Toscana e Sardegna. E proprio da quest’ultima si leva la voce del deputato di Unidos, Mauro Pili: “la Regione non deve continuare a dormire, i francesi bloccano i nostri pescatori e tutto ciò è fuorilegge e da fronteggiare con azioni immediate”. Dal PD viene smentita qualsiasi tipo di cessione insieme alle rassicurazioni sull’ accordo in questione, che non essendo mai stato ratificato in Parlamento, non è effettivo in termini di legge.
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