Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto protagonisti due pescherecci siciliani sequestrati in acque di pertinenza libica si è imposta con prepotenza la necessità di un incontro tra istituzioni e addetti ai lavori.
La risposta è arrivata prontamente con una riunione che si è tenuta lo scorso 18 ottobre presso il Ministero delle Politiche Agricole. All’ incontro, di carattere tecnico-strategico, hanno partecipato rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, dello Stato Maggiore della Marina, del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, il Direttore Generale della Pesca Italiana, esponenti dei Sindacati e delle Associazioni di Categoria della pesca .
L’ argomento era estremamente delicato e complesso, ma il comune obiettivo di salvaguardare non solo l’attività ma anche l’incolumità degli equipaggi italiani e la riconosciuta esigenza di mettere a punto strategie politiche ed economiche attraverso accordi bilaterali con i paesi del Nord Africa, ha spinto tutti i partecipanti verso impegni condivisi.
Il Ministero degli Esteri ha chiesto alle Associazioni di raccomandare ai propri pescatori, nel caso specifico a quelli siciliani, di rispettare i confini delle zone di pesca protetta di pertinenza di stati stranieri: questo per evitare rischi per la propria attività e, in certi casi, anche per la propria vita. Scegliendo questo tipo di correttezza inoltre, possono essere evitati all’ Italia spiacevoli incidenti diplomatici che non solo risultano di difficile soluzione in quanto gli Stati Nordafricani presentano strutture governative assolutamente disorganiche ma si salvaguardano anche eventuali accordi bilaterali che ritornerebbero utili ai pescatori stessi. E dunque tocca alle Associazioni sensibilizzare i pescatori a impegnarsi in questa direzione.
UNCI Agroalimentare si pone in linea con tali posizioni ma non mancano le perplessità. ” I pescatori italiani devono fare attenzione a praticare la propria attività evitando zone a rischio; è giusto evitare tensioni con paesi esteri che avrebbero effetti negativi anche sull’attività di pesca “– dichiara il presidente Gennaro Scognamiglio – “ma, gli equipaggi italiani devono poter contare su una più efficace vigilanza da parte delle autorità competenti italiane; è necessaria una più chiara e puntuale informazione sugli accordi di pesca bilaterali; è opportuno rivedere il quadro normativo “.
La speranza è che in futuro possano essere evitati altri sequestri e che i pescatori italiani possano esercitare la propria attività con maggiori opportunità ma anche con più tutela.