Lo scorso 8 dicembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha discusso due risoluzioni: sugli oceani e il diritto dei mari e sulla pesca sostenibile. In questo contesto, l’Unione europea ha sottolineato che per affrontare gli impatti socioeconomici della pandemia COVID-19, le strategie di ripresa dovrebbero mirare a mantenere gli oceani sani e produttivi, combattere i cambiamenti climatici, arrestare la perdita di biodiversità, nonché combattere la fame e la povertà. Queste non dovrebbero essere viste come opzioni poiché la garanzia della resilienza della società, delle economie e dell’ambiente agli shock futuri può essere raggiunta solo affrontando queste sfide.
Per l’UE, in linea con i principi del suo Green Deal, il modo migliore per riprendersi da questa pandemia è ricostruire più verde e più blu. Ciò richiede un processo decisionale sulla base della migliore scienza disponibile. A tale riguardo, l’UE accoglie con favore i risultati del Second World Ocean Assessment del Regular Process delle Nazioni Unite e attende con interesse il Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile. L’UE incoraggia la partecipazione a questo decennio, che fornirà la scienza di cui abbiamo bisogno per il futuro che vogliamo.
L’Unione Europea riconosce l’importante ruolo svolto da marittimi e pescatori nel fornire beni alla comunità globale, compresi i medicinali e le attrezzature utilizzate per combattere la pandemia COVID-19, nonché cibo. Resta la preoccupazione per la difficile situazione di molti marittimi e pescatori che sono rimasti bloccati a bordo delle loro navi, come sottolineato anche dal Segretario generale delle Nazioni Unite. A questo proposito, l’UE accoglie con favore la recente adozione consensuale da parte dell’Assemblea di una risoluzione sulla “Cooperazione internazionale per affrontare le sfide affrontate dai marittimi a seguito della pandemia COVID-19 per sostenere le catene di approvvigionamento globali”.
In linea con gli obiettivi della sua politica comune della pesca, l’Unione europea resta impegnata a realizzare una pesca sostenibile. Le sovvenzioni nocive che contribuiscono alla sovraccapacità, alla pesca eccessiva e alla pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata (INN) sono uno dei principali ostacoli al raggiungimento della sostenibilità, pertanto l’UE spera che i negoziati OMC (Organizzazione mondiale del commercio) di lunga data al riguardo possano essere conclusi il prima possibile, in linea con l’SDG 14.6.
L’UE ricorda che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) rimane il quadro giuridico generale per la governance degli oceani. L’UE continua a incoraggiare tutti gli Stati delle Nazioni Unite a ratificarla per ottenere la partecipazione universale e invita gli Stati a rispettare i principi e le regole fondamentali del diritto del mare e ad astenersi da qualsiasi azione che comprometta la stabilità e la sicurezza della regione. Inoltre, l’UE ritiene che i negoziati del nuovo accordo di attuazione per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina in aree al di fuori della giurisdizione nazionale dovrebbero essere finalizzati il più presto possibile, idealmente già il prossimo anno, per migliorare il quadro per la biodiversità marina in queste aree.