Alla sessione pesca odierna del Consiglio Agripesca Ue, ultimo della presidenza semestrale di turno romena, sarà dedicata l’intera mattinata a partire dalle 9. I ministri saranno informati sullo stato attuale della politica di pesca comune, nonché sui limiti annuali di cattura totali per la maggior parte degli stock commerciali. A rappresentare il governo italiano, ci sarà il sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Franco Manzato.
I ministri Ue, in particolare, proveranno a raggiungere a Lussemburgo un accordo parziale sul prossimo programma FEAMP, il fondo europeo principe della politica comune sulla pesca. Nella precedente programmazione 2014-2020, l’Italia era stata il terzo Stato membro dopo Spagna e Francia a beneficiare del fondo, con 537,3 milioni di euro stanziati.
Al precedente Consiglio Ue di maggio, proprio Spagna, Francia e Italia avevano presentato una posizione congiunta di riforma in 10 punti, che prevedono tra le altre cose l’aumento del tasso di cofinanziamento dal 75% all’80% e una generale riduzione degli oneri amministrativi. La Commissione europea aveva reagito freddamente all’iniziativa dei tre Stati Ue, bocciando soprattutto l’aumento di capacità delle flotte richiesto.
A quanto si apprende da fonti diplomatiche vicine al dossier, gli ambasciatori degli Stati Ue hanno convenuto nella riunione preparatoria che ci fosse margine per chiudere un accordo parziale, sebbene non tutti fossero ancora pienamente soddisfatti dal testo. Una fonte Ue ha riferito che l’aggettivo “parziale” non si riferisce alla persistenza di timori e critiche, ma al fatto che l’approvazione del fondo è comunque subordinata al voto sul Quadro Pluriennale Finanziario dell’Unione europea (QPF o noto anche l’acronimo inglese MFF), il budget settennale complessivo di cui il FEAMP fa parte.
I negoziatori dovranno limare il testo soprattutto sulle misure massime consentite, considerate troppo poco “stringenti” da Svezia, Olanda e Irlanda, ma anche sull’aumento del tasso di cofinanziamento e di intensità dell’aiuto finanziario, con l’opposizione di Austria, Danimarca e ancora Irlanda.
Dall’altra parte della barricata, Portogallo, Lettonia, Lituania, Estonia, Croazia, Slovenia, Polonia vogliono condizioni più “leggere”, con l’introduzione di sostegno finanziario anche per la costruzione della flotta. Lettonia, Lituania e Croazia in particolare chiedono anche l’estensione del sostegno finanziario a imbarcazioni di seconda mano e a battelli fino a 40 metri.
Con soli 5 stati a opporsi al compromesso finale, la presidenza romena ha constato l’assenza di una minoranza di blocco in seno al Consiglio che arenerebbe la procedura e ha dato a tutti appuntamento a oggi per provare a raggiungere quello che sarebbe un grande risultato per Bucarest.
La Commissione resta comunque preoccupata per il rischio in termini di sovrapesca e ha aggiunto che condizioni più lasche possono essere incompatibili con la politica di pesca comune, il punto 14 degli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU sulla sostenibilità degli stock ittici e la posizione dell’Ue al WTO, dal momento che vorrebbe dire che l’Ue starebbe rilasciando sussidi e sostegni finanziari pericolosi.
Gerardo Fortuna