A poco più di un mese da quel 31 ottobre in cui è stata fissata (per ora) l’uscita del Regno Unito, il tema Brexit torna in commissione pesca (PECH) del Parlamento europeo. Il confronto tra eurodeputati e rappresentanti di Consiglio e Commissione europea verterà sulle autorizzazioni di pesca in acque britanniche, ma anche sulla preparazione del settore ittico ai cambiamenti che Brexit si porterà con sé.
La sessione mattutina sarà chiusa dalla Commissione europea che presenterà la sua proposta di quote nel Mar Baltico per il 2020, mentre quella pomeridiana si concentrerà sul potenziale del settore acquacoltura. Sempre nel pomeriggio, verrà presentato un importante studio organizzato dal dipartimento di politiche per la coesione strutturale sugli ultimi sviluppi e le sfide future per la pesca europea.
Il Commissario Ue alla pesca Karmenu Vella è già volato a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite, intervenendo ieri al panel di alto livello sull’economia oceanica sostenibile. Oggi e domani, martedì 24 settembre, parlerà agli eventi organizzati da Belgio e Cile su clima e oceani (probabilmente utilizzando lo stesso discorso) e a una conferenza dell’ONG di protezione ambientale The Nature Conservancy. Chiuderà il tour de force con un discorso inserito nell’ambito della settimana della ricerca e sviluppo, in particolare concentrandosi sulle possibilità del fondo Horizon Europe in materia di oceani.
E mentre il commissario uscente spara le sue ultime cartucce, quello prossimo venturo Virginijus Sinkevičius si prepara in vista della sua audizione di fronte ai deputati delle commissioni Pesca e Ambiente, programmata per il 3 ottobre dalle 14.30. Venerdì 20 settembre ha visto i funzionari della DG Mare, commentando su Twitter: “I pescatori vanno in mare ogni giorno, dobbiamo dare loro futuro e supportare e far prosperare le comunità costiere.” Il Commissario designato ha anche messo in guardia sulla necessità di invertire la situazione di alcuni bacini, tra cui quello del Mediterraneo.
Sempre la scorsa settimana, Sinkevičius ha incontrato anche i deputati Millan Mon, van Dalen, Karleskind e Chabaud, nonché la presidente della commissione parlamentare petizioni Dolors Montserrat e lo stesso Commissario Vella. Il giovane lituano dovrà affrontare il fuoco incrociato sulla sparizione del termine “pesca” dal suo portafoglio, sostituito da quello carico di significato ambientale “oceani”. Da Strasburgo, sono arrivate critiche sulla mancanza della parola anche dal tedesco Manfred Weber, potente capogruppo del centro-destra europeo (Partito popolare europeo o PPE). Sebbene Brexit non sia menzionata nella sua lettera d’incarico, dovrà aspettarsi molte domande sul tema considerando i molti deputati britannici in aula.
Si parlerà di Brexit e pesca anche durante la plenaria di giovedì 26 settembre del Comitato economico e sociale (CESE), organo Ue simile al nostro Cnel. Il CESE si accorderà su di un’opinione in materia di autorizzazioni di pesca nelle acque britanniche per barche Ue e viceversa in caso di Brexit.
Per quanto riguarda il Consiglio Ue, i ministri Ue dell’agricoltura si riuniscono a Helsinki per un incontro informale. L’attuale presidenza finlandese vuole porre l’attenzione sul contributo di agricoltura, pesca e foreste nella lotta al cambiamento climatico.
Gerardo Fortuna