Cambio al vertice in vista per la commissione pesca (PECH) del Parlamento europeo. Con l’addio del Regno Unito all’Ue, infatti, sarà costretto a lasciare i banchi di Bruxelles e Strasburgo anche il liberale inglese Chris Davies, eletto a luglio presidente della PECH nonostante la spada di Damocle della Brexit.
Davies ha dato l’addio all’aula della plenaria a Strasburgo giovedì scorso ma presiederà per l’ultima volta la riunione della PECH di oggi, lunedì 20 gennaio e domani. Il toto-nomi per il suo sostituto è già partito, confermano a Pesceinrete fonti del gruppo liberale Renew Europe che è quasi certo di riottenere la carica in virtù di un complesso sistema di distribuzione delle presidenze. A quanto si apprende, una prima discussione all’interno del gruppo si è già avuta la scorsa settimana a Strasburgo, ma ancora nulla è stato deciso.
L’elezione del presidente è prevista per la riunione PECH del 19-20 febbraio e i giochi sono tutt’altro che chiusi, ma il nome che gira con insistenza è quello dell’eurodeputato e oceanografo francese Pierre Karleskind, coordinatore del gruppo liberale in commissione pesca e attuale vice-presidente della commissione mercato interno (IMCO).
Karleskind si giocherà le proprie carte già tra oggi e domani ai margini della seduta della PECH. Il francese si è reso disponibile alla stampa nella giornata di oggi, forse per annunciare la sua candidatura come successore di Davies, mentre ospiterà in serata sempre a Bruxelles una cerimonia di premiazione per un progetto di pesca sostenibile.
Il commissario alla pesca Virginijus Sinkevičius incontrerà rappresentanti del settore ittico poco prima di avere uno scambio con gli eurodeputati alle 16 in commissione PECH. Tra i temi che saranno sicuramente toccati nell’audizione, il nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e Brexit. Seguirà un incontro tra rappresentanti della DG Mare e deputati sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi di rendimento massimo sostenibile (MSY) per il 2020, vale a dire la quantità massima di pesce catturabile in un periodo di tempo definito senza danneggiare lo stock.
Nella seconda giornata della commissione PECH, ci saranno i voti sui protocolli di applicazione del partenariato tra Ue e Guinea Bissau e São Tomé e Príncipe. Altri dibattiti nella mattinata di martedì sono previsti con il ministro croato dell’agricoltura Marija Vučković sulle priorità della presidenza semestrale Ue di turno e con la Commissione europea sul rispetto delle ambizioni iniziali circa il sistema dei piani pluriennali regionali per la gestione degli stock.
Nel pomeriggio di martedì 21 si discuterà delle catture accidentali di delfini e cetacei e della proposta di emendare la Convenzione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT) sulla base delle proposte passate alla Conferenza internazionale recentemente tenutasi a Palma di Maiorca. Il relatore della proposta è la leghista Rosanna Conte.
Grande attesa anche per la presentazione del piano di gestione pluriennale del tonno rosso da parte della Commissione europea, che discuterà anche di salvaguardia della biodiversità e di ambizione nella prossima Politica di pesca comune (PCP).
In settimana si terrà anche la plenaria mensile del Comitato economico e sociale europeo (CESE), istituzione Ue consultiva simile al Cnel italiano. Sarà votata l’opinione obbligatoria sul piano di sostegno ai pescatori che desiderano smantellare permanentemente le navi per la pesca del merluzzo bianco del Baltico. Il relatore, l’italiano Gerardo Larghi, insisterà su programmi di riorientamento per i lavoratori del settore che si ritroveranno senza fonte di reddito, lamentando anche l’aver proibito una riconversione dell’area per il pescaturismo e la pesca ricreativa.
Mercoledì 22 gennaio al Parlamento europeo si terrà un evento sul traffico illecito di specie selvatiche con ricercatori del progetto BIOSEC Biodiversity and Security finanziati dal programma di ricerca europea ERC. Una delle ricerche che saranno presentate si concentra proprio sul traffico illegale di caviale legato a gruppi criminali organizzati e che sfrutta le falle dell’attuale meccanismo regolatorio europeo.
Gerardo Fortuna