Ci vorrà un’altra settimana prima che le istituzioni Ue tornino a pieno regime con la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo in programma lunedì 13 gennaio. Non si ferma, tuttavia, il dibattito sulle priorità politiche e legislative della nuova presidenza semestrale del Consiglio europeo, passata dai finlandesi ai croati con l’anno nuovo.
Domani, mercoledì 8 gennaio, gli eurodeputati Clara Aguilera e Chris Davies organizzeranno un evento a Bruxelles per provare a fare il punto sul miglioramento della tracciabilità dei prodotti ittici a livello europeo. Saranno presenti anche rappresentanti di ONG ambientaliste, dell’industria e dei governi nazionali.
L’interesse degli eurodeputati è quello di rimarcare l’importanza di una robusta raccolta dati e degli schemi di gestione nella lotta alla pesca illegale, non riportata e non regolata, meglio nota con l’acronimo inglese IUU. L’iniziativa si muove, infatti, nell’ambito della riforma del regolamento 1224/2009 che istituisce un regime di controllo per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca (PCP).
Proprio la socialista spagnola Aguilera è relatrice per il Parlamento e sta spingendo per far avanzare il dossier, al momento ancora in attesa di essere discusso dalla commissione parlamentare pesca (PECH) nonostante la proposta di revisione da parte della Commissione sia stata inviata ai co-legislatori il 30 maggio 2018.
Anche la nuova presidenza croata sembra intenzionata a volerci lavorare su e ha inserito la riforma del regolamento sui controlli tra le proprie priorità per il settore della pesca. Sorveglianza e controllo efficaci sono prerequisiti essenziali per garantire una gestione sostenibile della pesca in Europa, si legge nel documento programmatico della presidenza, la prima nella storia della Croazia entrata nella famiglia europea solo nel luglio del 2013.
Sempre nel documento programmatico, la pesca è stata definita come uno dei principali fattori economici delle comunità costiere degli Stati membri. Tra le altre priorità, anche quella di portare avanti i negoziati sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per il periodo di programmazione 2021-2027, con un occhio di riguardo all’aspetto socioeconomico, agli investimenti nella pesca sostenibile e al supporto alla pesca costiera di piccola scala.
È stato dedicato un paragrafo anche all’acquacoltura, di cui la Croazia vorrebbe sostenerne lo sviluppo e l’adeguamento alle linee guida del nuovo FEAMP, trovando un bilanciamento tra esigenze di un mercato in crescita, la salvaguardia dell’ecosistema marino e la lotta al cambiamento climatico.
Un’altra grande sfida della presidenza croata sarà quella di chiudere il negoziato sul piano pluriennale nell’Adriatico. La procedura si è arenata al Consiglio, dove i ministri non sono ancora riusciti a votare un mandato negoziale, mentre il Parlamento europeo ha già approvato la propria posizione nel novembre 2018. Qualora Parlamento e Consiglio fossero pronti ad aprire le trattative, si parlerebbe croato al tavolo negoziale: il relatore per il Parlamento è infatti il conservatore croato Ruža Tomašić.
Per quanto riguarda il Parlamento europeo, la commissione PECH è chiamata nei prossimi mesi a cercarsi un nuovo presidente, dal momento che quello attuale, Chris Davies, lascerà Bruxelles e Strasburgo assieme a tutta la pattuglia dei 73 eurodeputati britannici dopo Brexit. La carica dovrebbe restare in mano ai liberali e in pole dovrebbe esserci il francese Pierre Karleskind, oceanografo e già vicepresidente della commissione parlamentare al mercato interno (IMCO)
Settimana tranquilla anche per il commissario alla pesca Virginijus Sinkevičius che domani volerà a Berlino per partecipare a una tavola rotonda con diverse ONG ambientaliste, mentre sarà a Lisbona sabato per la cerimonia che insignirà la città portoghese del titolo di capitale “verde” europea per il 2020.
Gerardo Fortuna