Si apre oggi una due giorni particolarmente impegnativa per gli eurodeputati in commissione pesca (PECH) al Parlamento europeo. A partire dalle 15, ci sarà un confronto con Pascal Savouret, direttore esecutivo dell’EFCA, l’agenzia Ue per il monitoraggio delle barche europee e delle risorse ittiche con sede a Vigo in Spagna. L’intervento di Savouret verterà sul programma di lavoro per il 2020, mentre sarà votata successivamente l’opinione della PECH sull’approvazione del bilancio per il 2018 dell’EFCA, di competenza della Commissione parlamentare budget (BUDG).
Sempre lunedì, gli eurodeputati ascolteranno la relazione del dott. Hans-Otto Pörtner sull’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’Onu sugli effetti del cambiamento climatico negli oceani e nella criosfera, infine discuteranno con rappresentanti del Consiglio Ue e della Commissione sulle quote per il 2020 nel mar Baltico decise dagli Stati membri lo scorso mese.
La sessione mattutina di martedì 12 novembre sarà invece dedicata ai voti, tra cui quello decisivo sul nuovo accordo di pesca tra Ue e il Gambia, con relatore la socialista Carmen Avram. Tutti gli occhi saranno tuttavia puntati sul dossier fondamentale per i pescatori europei, quello del Fondo Ue per affari marittimi e pesca (FEAMP) per il periodo 2021-27.
Gli eurodeputati dovranno decidere se avviare i negoziati finali con i ministri Ue della pesca Ue sul fondo da circa 5,45 miliardi di aiuti pubblici a sostegno della pesca e degli obiettivi ambientali europei. L’apertura dei negoziati è a rischio e si prospetta una battaglia all’ultimo voto. Non dovesse essere raggiunta la maggioranza di 15 voti, il Parlamento dovrebbe riformulare la propria posizione negoziale votata nella scorsa legislatura ad aprile, ritardando l’approvazione finale del prossimo FEAMP.
Comunque vada, si prevedono tempi lunghi per la conclusione dell’iter legislativo, in quanto il FEAMP è subordinato all’approvazione del quadro finanziario pluriennale 2021-27, vale a dire il budget pluriennale Ue. Al momento, un accordo finale sul budget Ue è previsto per la presidenza del Consiglio europeo tedesca di luglio-dicembre 2020.
Il motivo principale di tensione sul FEAMP è la reintroduzione, voluta dal Consiglio Ue e parzialmente dal Parlamento europeo, dei così detti sussidi ‘dannosi’ per l’ambiente. Si tratta in sostanza di quegli investimenti in capacità dei pescherecci che l’Ue aveva proibito nel 2014 con la nuova Politica di pesca comune (PCP). Investimenti in incremento della flotta erano già previsti nell’iniziativa legislativa della Commissione, ma erano indirizzati alla sola pesca artigianale e di piccola scala, che comunque rappresenta l’84% della flotta totale in bacini rilevanti come Mediterraneo e mar Nero.
Tuttavia, la Commissione destinava tali aiuti solo per interventi di sostituzione del motore in ottica di modernizzazione ed efficienza, mentre l’acquisto di nuovi pescherecci era limitato a quelli di seconda mano per la categoria dei giovani pescatori. Il Consiglio dei ministri Ue, su impeto di Spagna, Francia e Italia, ha proposto una definizione più flessibile di supporto al rinnovo della flotta artigianale, considerando l’efficientamento dei pescherecci prioritario e dunque senza limiti all’incremento di capacità.
Anche la commissione PECH della scorsa legislatura aveva proposto limiti flessibili, corretti poi dalla plenaria del Parlamento europeo che ha restaurato il limite di 12 metri per le barche che possono ricevere il supporto Ue e il limite di 40 anni per l’acquisto di un peschereccio nella categoria giovani pescatori. Rispetto alla proposta della Commissione, tale peschereccio può tuttavia essere anche nuovo e non necessariamente di seconda mano.
Diverse Ong si sono schierate apertamente contro la reintroduzione di tali sussidi, in particolare la francese Bloom e Clientearth stanno attivamente facendo campagna per far sì che l’apertura dei negoziati sia rigettata. Il presidente della commissione PECH, l’inglese Chris Davies è dichiaratamente contrario alla posizione concordata dallo scorso Parlamento europeo. Per Davies, “sostenere queste pratiche insostenibili farebbe del male all’industria e alla pesca locale, ma anche, a livello globale, alla stessa Ue che è in prima linea per combattere questo tipo di sussidi in sede WTO.”
Dopo i voti, gli eurodeputati discuteranno una serie di altri dossier rilevanti. Ci sarà, infatti, un’audizione sulle nuove sfide per la pesca europea per quanto riguarda i sistemi di controllo, rilevanti ai fini del rispetto dell’obbligo di sbarco.
Agenda fitta anche nel pomeriggio di martedì, con discussioni sulla pesca di stock condivisi con Norvegia e Islanda e sul tonno a pinna gialla. Continuano le discussioni sui protocolli d’applicazione degli accordi di pesca con Guinea-Bissau, Senegal e Mauritania e sul parere che la PECH deve dare riguardo l’accordo di libero scambio con il Vietnam, con relatore l’eurodeputato PD Pietro Bartolo. Prevista per domani anche l’assegnazione di un relatore alla proposta di emendare la convenzione internazionale sulla conservazione del tonno atlantico (ICCAT)
Non si registrano sviluppi interessanti sul fronte del Consiglio Ue Agripesca, il cui incontro della prossima settimana dovrebbe essere quasi tutto dedicato alla Politica agricola comune (PAC). Per quanto riguarda la prossima Commissione, se i candidati commissari ungherese, romeno e francese si apprestano a essere auditi in Parlamento, spunta la grana dell’obbligo legale di nomina del Commissario britannico che allontana nuovamente l’insediamento della Commissione von der Leyen.
Intanto, domenica prossima il Commissario alla pesca Karmenu Vella riceverà a Monaco il cavalierato dell’ordine di San Carlo dalle mani del principe Alberto II, mentre il suo successore Virginijus Sinkevičius è intervenuto ieri, 10 Novembre, al 30mo consiglio dei Verdi europei a Tampere.
Unico evento di rilievo in settimana si terrà al Comitato economico e sociale (CESE), dove sarà organizzato venerdì 15 novembre un Panel di alto livello sugli accordi di pesca Ue-Africa, con un focus sulle comunità di pesca locali e l’ambiente marittimo. L’evento ha il patrocinio delle Ong WWF e Birdlife e vedrà confrontarsi attori fondamentali per la pesca artigianale e istituti di ricerca di Capo Verde, Guinea Bissau, Costa d’Avorio, Madagascar, Mauritania, Senegal, Gambia e Seychelles.
La settimana appena trascorsa
Ad Atene, la Commissione Ue propone una raccomandazione alla Commissione Generale della pesca del Mediterraneo (Cgpm) in sede Fao, chiedendo in particolare di ridurre giorni di pesca e taglia minima del pescato nell’Adriatico. Voci critiche da Alleanza Cooperative, UNCI Agroalimentare e Parlamento Ue.
La Commissione Ue ha adottato una proposta che offre il sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ai pescatori colpiti dalla chiusura della pesca del merluzzo bianco del Baltico orientale al fine di smantellare permanentemente le proprie navi da pesca.
A Trieste, Commissione Ue e governo italiano hanno fatto il punto sullo stato di attuazione dell’Accordo di partenariato e sullo stato di avanzamento del FEAMP.