Va in scena a Strasburgo l’ultimo atto del lungo negoziato che porterà ad eliminare in circa dieci anni le tariffe doganali tra Vietnam e Unione europea. Mercoledì 12 febbraio, gli eurodeputati saranno infatti chiamati a dare semaforo verde all’accordo di libero scambio tra il blocco europeo e il Paese asiatico da circa 95 milioni di abitanti.
L’accordo ha una certa rilevanza sul fronte della pesca dal momento che il Vietnam è il quarto produttore ittico mondiale, con circa 7 milioni di tonnellate tra pesce catturato e allevato nel 2017, più dell’intera Ue ferma a 6 milioni e mezzo. Più della metà della produzione ittica vietnamita viene dall’acquacoltura, dove l’Ue è ferma al 21% del pesce venduto totale.
Il Vietnam è già ora tra i maggiori importatori di pesce e frutti di mare in Ue, contando il 4% sia per volume che per valore di scambio delle importazioni extra Ue nel 2018. Insieme all’India, il Vietnam è tra i principali fornitori Ue di gamberoni e mazzancolle, soprattutto allevati, con il 15% del volume totale di importazioni Ue per un valore di 362,70 milioni di euro sebbene in passato quasi per la metà destinato ai soli Paesi Bassi e Regno Unito.
Il Vietnam importa anche gamberi, surimi e il pesce d’acqua dolce della famiglia dei pesce gatto noto come pangasio, che si pesca nel bacino del Mekong e viene venduto in Europa a un prezzo particolarmente basso.
Nell’ottobre del 2017, il Vietnam aveva anche ricevuto un cartellino giallo dalla Commissione europea per il mancato rispetto della normativa sulla pesca non riportata e illegale (IUU). Nella relazione della commissione parlamentare pesca (PECH) del relatore italiano Pietro Bartolo, si è chiesto di accettare l’accordo di libero scambio senza però privare la Commissione di ricorrere al cartellino rosso, se necessario, che bloccherebbe le esportazioni ittiche verso l’Ue qualora il Vietnam dovesse continuare a non applicare la normativa.
Anche nella lettera di incarico del Commissario alla pesca Sinkevičius si parlava di tolleranza zero verso le catture illegali, non ripotate e irregolari, tenendo viva la possibilità di vietare l’import di pescato dai Paesi che non rispettano tali parametri di conservazione degli stock. Se gli occhi dunque resteranno aperti, in molti credono che proprio grazie all’accordo di libero scambio il governo vietnamita sarà spinto a migliorare la situazione.
Nient’altro di rilevante per la pesca in agenda per quanto riguarda la plenaria del Parlamento europeo del 10-13 febbraio, ma come sempre, qualsiasi cosa può accadere nel corso della settimana di Strasburgo.
Si rinnova invece il Comitato delle regioni, istituzione Ue consultiva che permette di radunare a Bruxelles ogni mese gli esponenti dei governi locali. Si terrà in settimana la prima sessione plenaria del nuovo corso, sebbene il mandato dei nuovi membri sia già partito a fine gennaio. All’ordine del giorno soprattutto la nomina di organi, commissioni, gruppi di lavoro e, naturalmente, presidenza. Il 13 febbraio si terrà la sessione costitutiva anche della commissione NAT, che si occupa anche di pesca, così come di produzione di cibo, salute pubblica e diritti del consumatore.
Viaggio in Francia per il Commissario europeo alla pesca Virginijus Sinkevičius che avrà un’audizione mercoledì 12 febbraio di fronte alla commissione affari europei dell’Assemblea Nazionale. Si concederà poi a un fitto giro di incontri con il consigliere di Macron Clement Beaune, il ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume e infine il segretario di stato per gli affari Ue Amelie de Montchalin. Venerdì riceverà invece il ministro romeno dell’ambiente Costel Alexe, per poi partire alla volta di Monaco, dove presenzierà alla conferenza internazionale sulla sicurezza.
Per quanto riguarda il Consiglio Ue, al Coreper I si approverà la modifica del regolamento su nuovi contingenti tariffari per alcuni prodotti ittici per il 2019-2020, mentre giovedì si terra un incontro straordinario tra i ministri della salute europea sul nuovo coronavirus.