Terza edizione dell’EU Ocean Day alla COP26. Appuntamento il 9 novembre, a Glasgow, dalle 9.30 alle 10.30 (ora di Bruxelles).
L’evento, promosso dall’Unione Europea, alla presenza di Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, è organizzato in collaborazione con l’Ufficio europeo per la conservazione e lo sviluppo (EBCD), l’Ocean and Climate Platform e il Plymouth Marine Laboratory (PML) e si potrà seguire in diretta. Tema dell’evento, il nesso imprescindibile tra l’oceano e i cambiamenti climatici, che stanno mettendo a dura prova la sua capacità di resistenza.
L’Oceano, di fatto, ha un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri e nella regolazione del clima: produce circa il 50% dell’ossigeno nell’atmosfera, assorbe più del 25% delle emissioni di anidride carbonica e assorbe più del 90% del calore in eccesso dovuto all’aumento dell’effetto serra. Nonostante l’oceano abbia notevolmente rallentato il tasso di cambiamento climatico, oggi ne è comunque vittima. Per citare un esempio su tutti, la graduale scomparsa delle barriere coralline: nel 2016 il 93% dei coralli della Grande barriera corallina – 2.300 km, su una superficie di circa 344.400 km² – era stata soggetta a sbiancamento, e il 22% è poi morto. Un anno dopo il fenomeno si è ripetuto in forma più grave, non avendo avuto la barriera il tempo sufficiente per rigenerarsi. Ancora peggiore la situazione registrata tra il 2019 e il 2020, a seguito dei violenti incendi che hanno devastato l’Australia, provocando un innalzamento record delle temperature, con un aumento dell’immissione dei gas serra nell’atmosfera e il conseguente riscaldamento dell’Oceano e incremento del suo tasso di acidità. Non solo le barrire coralline, ma anche le specie marine si stanno estinguendo ad una velocità doppia rispetto a quelle terrestri.
La terza edizione dell’EU Ocean Day rifletterà su questi temi, tenendo bene a mente l’adozione della norma che fissa nella legislazione europea l’obiettivo della neutralità climatica dell’Ue entro il 2050 e della riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.