UNCI Agroalimentare: indagine sulle specie ittiche aliene – Nell’ambito delle attività progettuali che UNCI Agroalimentare ha proposto per il Programma Nazionale Triennale della Pesca 2022/2024, annualità 2022, le specie ittiche aliene presenti nel Mar Mediterraneo sono oggetto di una specifica indagine condotta tra i pescatori operanti nei vari compartimenti italiani.
L’obiettivo principale del progetto è dare luogo a uno studio che illustri, in maniera chiara ed esaustiva, il condizionamento che tale presenza è capace di determinare per la pesca professionale italiana; contestualmente si vuole procedere all’individuazione, ove possibile, di forme di commercializzazione che possano significare, per gli operatori, una valida opportunità di integrazione lavorativa e reddituale; si è pensato inoltre che una indagine di questo tipo potesse risultare utile al miglioramento di quelle che sono le cognizioni circa gli impatti ambientali e sociali che tali specie sono capaci di generare.
L’espansione delle specie alloctone, sia animali che vegetali, rappresenta una seria minaccia per il funzionamento degli ecosistemi naturali in quanto esse possono diventare a tal punto invasive da generare importanti conseguenze economiche e sociali. È necessario dunque che i pescatori professionali siano sensibilizzati alla tematica in quanto direttamente coinvolti in queste dinamiche di presenza e diffusione sempre più evidente di specie ittiche alloctone. Tale presenza, come dicevamo, può creare effetti seri alle specie autoctone con danni alle strutture e alle funzioni degli ecosistemi alterandone gli habitat e riducendone la resilienza. In mare dunque la lotta contro le specie aliene, è molto complessa.
“Le attività che abbiamo messo in campo per la corrente annualità del Piano Triennale della Pesca mirano a fornire un quadro reale della presenza e dunque il grado di invasività delle specie ittiche alloctone, dette più comunemente aliene, nei nostri mari. Tale presenza, come detto, può avere effetti negativi parecchio significativi sulle specie bersaglio e dunque sull’attività dei nostri pescatori che rischiano danni economici importanti. Avuta una cognizione sufficientemente delineata delle specie aliene maggiormente diffuse, si può iniziare a ragionare non solo su misure di contenimento e di controllo ma anche, perchè no, su come tentare di creare un interesse economico intorno a quei pesci alieni si, relativamente nuovi per i nostri mari, ma commestibili e dunque potenziale oggetto di pesca bersaglio e commercializzazione. Infatti se il pesce palla e il pesce coniglio risultano addirittura tossici al consumo, il pesce coniglio presente soprattutto in Sicilia e il pesce scorpione sono commestibili seppur di non grande valore commerciale. Stiamo valutando la presenza e dunque il valore nutrizionale ed economico di una particolare mazzancolla, dai colori più sbiaditi rispetto a quella nostrana, che ultimamente viene segnalata dai nostri pescatori del Tirreno. Una bella fetta delle nostre attività si sta concentrando sulla anomala diffusione dell’ormai famoso granchio blu, particolarmente temuto dai pescatori a causa delle chele particolarmente taglienti ma estremamente apprezzato per le sua polpa”.
Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare.
UNCI Agroalimentare: indagine sulle specie ittiche aliene