“Oceani sani, pianeta sano”, questo il tema della giornata mondiale degli oceani che si celebra oggi. L’ONU ricorda per l’occasione che gli oceani coprono tre quarti della superficie terrestre, motivo per cui la salute del globo dipende anche dalla salute dei suoi mari. I nostri mari garantiscono la sopravvivenza a 3 miliardi di persone e generano circa 3 mila miliardi di dollari all’anno in termini di risorse e industrie, il 5% del Pil globale. Il grosso dell’impegno delle Nazioni Unite è condensato sulla lotta all’inquinamento da plastica, una delle principali ‘piaghe’ dei mari dei nostri giorni. “C’è bisogno di azioni urgenti su scala globale per alleviare gli oceani dalle molte pressioni che devono affrontare e per proteggerli da pericoli futuri”, ha affermato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Ogni anno nei nostri mari finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica. Rifiuti che si scompongono in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microplastiche. L’inquinamento prodotto dalla plastica è una minaccia seria, rileva l’Onu, perché ha un impatto notevole sulla salute degli animali marini. Solo pochi giorni fa uno studio su Science evidenziava che le larve di alcuni pesci preferiscono le microplastiche al loro cibo naturale, il plancton, tendenza che influisce sul loro sviluppo, portando le larve anche alla morte.
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