L’acquacoltura è un’attività zootecnica altamente specializzata e finalizzata all’allevamento in ambiente chiuso e controllato di prodotti o animali destinati al consumo umano. È pertanto un’attività zootecnica a tutti gli effetti, anche se altamente specializzata rispetto alle classiche tipologie di allevamento zootecnico terrestre.
Un aspetto interessante dell’acquacoltura, spesso sottovalutato, è quello dell’utilizzo di questa stessa pratica d’allevamento come integrazione del reddito del pescatore o dell’agricoltore.
Tutti noi ormai sappiamo della crisi che colpisce entrambi i settori e pertanto si cercano nuove soluzioni in maniera tale da poter “sopravvivere” a questa situazione di disagio globale. Un buon metodo potrebbe essere appunto l’integrazione nella propria attività di un allevamento di pesci, sia commerciale che ornamentale e integrare il reddito percepito mensilmente.
Il primo aspetto da valutare è la scelta della tipologia d’allevamento e, in base a questa scelta, l’investimento da effettuare; la scelta si basa su quale tipologia d’allevamento si vuole realizzare. Un piccolo allevamento di pesci ornamentali sarà destinato alla produzione di pesci per il mercato acquaristico. L’investimento per un piccolo impianto di pescicoltura non sarà uguale a quello di un normale impianto dedicato solo a quest’ultimo anche perché la persona che decide di integrare questa pratica nella sua attività ha già quest’ultima ben avviata e quindi fonte primaria di reddito.
Solitamente impianti per cosi dire “casalinghi” sono costituiti da poche vasche (3-4 di medie dimensioni) collegate a un sistema di filtraggio opportunamente dimensionato pertanto si andrà a creare un sistema a ricircolo chiuso per l’allevamento e il tutto dovrà essere presente all’interno di una piccola serra o, se si ha la disponibilità, all’interno di un piccolo fabbricato. In questi casi solitamente i costi d’investimento sono relativamente bassi e permettono di creare un piccolo impianto dove allevare le specie ittiche per poi rivenderle direttamente ai propri clienti che già acquistano i propri prodotti.
L’acquacoltura come integrazione può portare ad enormi benefici alla propria attività di pesca o agricola perché permette di offrire un prodotto fresco e sano creando cosi un solido rapporto di fiducia fra produttore e consumatore, evitando intermediari. Inoltre, l’acquacoltura, è un’attività in continua espansione, in tutte le sue forme e integrarla all’attività primaria significa garantire ulteriori entrate economiche a fronte di un investimento iniziale relativamente basso.
Per quanto riguarda le specie maggiormente allevate dobbiamo dire che queste si differenziano da quelle comunemente allevate nei classici impianti di grandi volumi, anche perchè chi decide di integrare l’acquacoltura nel proprio lavoro vuole produrre qualcosa di diverso rispetto alla concorrenza. Un esempio è dato dalla tendenza ad allevare la Tilapia, un pesce sempre più in voga sulle nostre tavole e ancora poco presente sul territorio nazionale cosi come il pesce persico, la cui richiesta è forte nel nord Italia grazie anche ai numerosi laghetti di pesca sportiva e alla scarsissima presenza di allevamenti dedicati a tale specie.
Ci si rende conto pertanto come l’agricoltore o il pescatore, nel momento in cui si dedica a questa tipologia d’allevamento capisce come possa andare a integrare il proprio reddito non solo effettuando una vendita al consumatore locale ma eventualmente vendendo direttamente a questi “clienti speciali” con conseguente aumento del reddito a fronte dell’elevata richiesta. Pertanto si può dire che il successo di una simile attività è direttamente proporzionale al numero di clienti con cui si acquista una certa fiducia.
Riguardo alle altre tipologie d’acquacoltura come integrazione degna di nota è senz’altro l’acquacoltura ornamentale (acquariologia), attività sottovalutata spesso anche se molto redditizia soprattutto se incentrata sull’allevamento di pesci la cui richiesta sul mercato è sempre forte. Il mercato acquaristico è un mercato il cui giro d’affari è addirittura superiore a quello dell’acquacoltura tradizionale e spesso, chi decide di integrare l’acquacoltura nella propria attività lo fa avviando un piccolo impianto per pesci ornamentali.
I vantaggi sono innumerevoli fra cui:
– Creazione di un punto di riferimento a cui attingere per l’acquisto di specie ittiche ornamentali da parte degli operatori del settore e degli hobbisti
– Taglio delle spese da parte degli operatori del settore in quanto non devono più effettuare importazioni costose dall’estero
– Qualità superiore rispetto ai pesci d’importazione e prezzi più bassi
In questa attività gli investimenti sono addirittura minori rispetto a quelli dell’acquacoltura tradizionale in quanto non è difficile realizzare delle schiere d’allevamento composte da diverse vasche in cui si allevano diverse specie ornamentali (solitamente le più richieste) creando cosi un micro credito non indifferente; non sono rari i casi di persone che da attività integrativa ha totalmente trasformato la propria azienda in azienda d’acquacoltura con notevole successo.
Tutti questi successi e opportunità possono essere spunti per poter avviare un’qualcosa per far fronte alla crisi che colpisce ormai tutti i settori lavorativi e cercare di creare posti di lavoro locali, anche perché un impianto d’acquacoltura, piccolo o grande che sia, può essere gestito anche a livello familiare ma sempre con il supporto di una persona qualificata, ad esempio un tecnico dell’acquacoltura, in grado di valutare i diversi aspetti dell’iniziativa intrapresa. In aggiunta a ciò bisogna dire che tale attività di integrazione del reddito rappresenta una fonte di sostegno economico per tutte quelle attività di pesca e attività agricole che grazie a questa attività possono ripagare una buona parte dei costi sostenuti per il loro lavoro primario. Un esempio di questo “rientro” economico è dato dalle spese carburante sostenute dai pescatori per le battute di pesca; basti pensare che un impianto d’acquacoltura perfettamente rodato è in grado di fornire diverse tonnellate annue di prodotto ittico, rientrando cosi con le spese di gestione e guadagnandoci!
In conclusione sono dell’idea che l’utilizzo dell’acquacoltura come integrazione del reddito primario sia una soluzione economica nell’investimento e redditizia a lungo termine, soprattutto se incentrata nell’allevamento di specie con un elevato potere di mercato come ad esempio spigole, orate, persico oltre che sull’allevamento di specie ornamentali destinate a laghetti e acquari pubblici e privati.
Un’attenta pianificazione dell’impianto, la scelta delle specie e la creazione di canali di sbocco opportuni sono le chiavi per il successo di una simile iniziativa, con conseguente beneficio per le tasche di chi la attua, pescatore o agricoltore che sia.
Enzo Alibrandi
TERRAQUA