Nel 2015 tiene bene l’acquacoltura, nella pubblicazione “Il mercato ittico dell’UE” , che è uno dei servizi offerti dall’Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (EUMOFA), tutti i dettagli di un settore in crescita.
Nel 2015 la produzione acquicola dell’UE ha raggiunto il suo picco di valore a 4,14 miliardi di euro, in aumento di oltre 300 milioni di euro rispetto all’anno precedente (+8%). Anche i volumi di produzione, pari a 1,31 milioni di tonnellate, hanno raggiunto un picco, grazie ad un incremento di 54.401 tonnellate (+4%) rispetto al 2014.
Nel 2015, i principali paesi acquacoltori dell’UE hanno riportato un trend crescente rispetto al 2014,con la sola eccezione del Regno Unito, dove la produzione è diminuita, e dell’Italia, in cui è rimasta stabile.
Soprattutto grazie all’incremento della produzione di cozze, nel 2015 la Spagna ha registrato i più alti volumi di produzione acquicola degli ultimi nove anni. Anche in Francia, l’aumento del volume di cozze allevate ha determinato un aumento generale di produzione. In Grecia, nonostante il calo registrato per l’orata, si è osservata una crescita generale della produzione riconducibile all’incremento dei volumi allevati di spigola e (in misura minore) di cozze. La produzione acquicola nel Regno Unito è diminuita, a causa di una diminuzione della produzione di salmone (7.251 tonnellate in meno r spetto al 2014) a cui ha corrisposto un incremento del prezzo pari al 7%, che ha così portato ad un aumento del valore di tale specie. È interessante però notare che in un’ottica di lungo periodo (dieci anni), il Regno Unito è stato l’unico paese UE a registrare un aumento dell’acquacoltura, pari a 40.000 tonnellate nel periodo 2006-2015.