“L’ennesima riunione degli shadow rapporteur sul Piano multi-annuale per l’Adriatico è servita solo a confermare una cosa: i colleghi italiani stanno facendo di tutto per consegnare il dossier nelle mani della Croazia, con inspiegabile autolesionismo” – sbotta Marco Affronte, uscito dalla riunione tenutasi a Strasburgo sul piano di gestione per Acciughe e Sardine – “In particolare il PPE sta facendo l’amico del giaguaro, chiedendo continui rinvii sulla discussione. Il voto è slittato da giugno a settembre, il che significa che le fasi di Trilogo si terranno dopo gennaio 2019, quando la Presidenza di turno del Consiglio Europeo spetterà proprio alla Croazia, che ha già in mano il file con la rapporteur Ruza Tomasic. Un autentico suicidio. La deputata Elisabetta Gardini di Forza Italia non s’è presa il disturbo, in questi mesi, di studiare la mia proposta sull’escapement strategy bocciandola come complicata”.
“Anziché progredire questa riunione ci ha fatto arretrare al passo del gambero. Quindi ora lavoreremo sui vecchi compromessi proposti dalla Tomasic, che potrebbero portarci ad un nulla di fatto: se i compromessi saranno votati ci troveremo davanti ad un Piano di gestione della durata di soli 3 anni, senza idea di cosa succederà dopo. Una follia. Nessuno degli altri piani pluriennali è a termine, ci faremmo ridere dietro. E non sarà nemmeno un piano-shock, per recuperare almeno gli stock: la proposta di PPE e S&D è infatti quella di una riduzione di appena il 4% sul pescato, con quota complessiva di Acciughe e Sardine. Si tratta di una misura” conclude Affronte – “assolutamente insufficiente e priva di basi scientifiche: sia GFCM, che STECF che CNR non la ritengono adeguata a salvare la presenza dei piccoli pelagici. Così, l’ipotesi più probabile resta che la Commissione Europea ritiri la proposta, e per il nostro Adriatico e i nostri pescatori sarà davvero notte fonda.”