“A livello internazionale la salvezza dell’ecosistema è ormai considerata di fondamentale importanza e questo tema è al centro di tutti i progetti che vedono in prima linea l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la FAO, insieme alle loro importanti agenzie di settore. Pertanto, anche noi vogliamo contribuire a tutti i livelli, con l’impegno del mondo imprenditoriale e produttivo, al raggiungimento dell’attuazione completa dei punti dell’Agenda 2030 dell’ONU”.
Ad affermarlo è l’amministratore delegato di Airone Seafood, Sergio Tommasini, in una lettera inviata al vicesegretario della FAO, Maurizio Martina.
L’azione dell’azienda di Reggio Emilia, attiva nel settore delle conserve ittiche e alimentari a base di tonno, è volta al raggiungimento degli obiettivi del programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
Una realtà da sempre attenta alle tematiche dello sviluppo, che dà lavoro a 1600 cittadini ivoriani, in prevalenza donne. Airone Seafood ha la propria unità produttiva e di trasformazione della materia prima ad Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio, con la pesca del tonno che avviene lungo la costa atlantica dell’Africa centro-occidentale.
“I nostri metodi lavorativi si riconoscono pienamente nella cosiddetta ‘pesca sostenibile’ – prosegue Tommasini nella sua lettera a Martina – nel senso che il pesce che viene pescato ha una vitalità a lungo termine, proprio degli stessi stock ittici, e tutte queste operazioni vengono attuate tenendo conto della prioritaria necessità di salvaguardare il benessere degli oceani e dei mari ove si concentrano le attività di pesca, nella fattispecie di tonni”.
Le certificazioni di filiera sulla qualità e sulla tracciabilità del prodotto sono il punto di forza di Airone Seafood: “Noi possiamo garantire, anche attraverso le certificazioni Dolphin Safe e Friends of the Sea, che il tonno che utilizziamo è stato pescato in modo responsabile e trasformato in modo sostenibile, per arrivare sulle nostre tavole rispettando tutti i crismi della qualità”, aggiunge l’ad Tommasini.
Che conclude: “I valori e i principi cui ci ispiriamo quotidianamente nel nostro lavoro sono in piena sintonia con i valori e i principi globali che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui, finanche i più giovani: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità”.
Affermazioni, quelle di Tommasini, sulla lunghezza d’onda di quanto espresso dal vicedirettore generale della FAO Martina in occasione del G20 Side Event “Creativity and innovation for the circular economy“, organizzato dal World Food Forum e tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo Chigi.
Martina, nel suo intervento, ha infatti dichiarato che “la sfida principale di oggi è di tenere insieme la transizione ecologica con quella agricola e alimentare, evitando il conflitto, ed è la ragione per la quale anche la FAO deve muoversi in avanti e ingaggiare le nuove generazioni”.