“L’istituzione di una area protetta nel Canale di Otranto, non è l’unica strada per tutelare le risorse ittiche. I pescatori italiani sono i primi a voler salvaguardare il buono stato della fauna marina perché da questo dipende il proprio lavoro e il proprio futuro. Ma come raggiungere questo obiettivo, è una decisione che deve essere presa su basi scientifiche certe in un percorso condiviso che coinvolga la categoria”.
Così l’Alleanza delle Cooperative italiane pesca in merito alla proposta avanzata da MedReAct (una ONG nata qualche anno fa) alla Commissione Generale per la Pesca del Mediterraneo (CGPM) della FAO, per istituire una “zona di restrizione della pesca” nel Canale di Otranto, nell’area che separa la Puglia dall’Albania.
“In questa vasta zona, una delle aree più pescose del Mar Mediterraneo, se la proposta venisse accolta, la pesca a strascico verrebbe vietata oltre i 600 metri di profondità. Non si comprende come questa restrizione possa tutelare le specie maggiormente sfruttate che si distribuiscono negli strati più superficiali, a profondità molto minori dei 600 metri” sottolinea l’Alleanza.
Secondo Giancarlo Sardano, direttore della cooperativa Fra pescatori di Monopoli, inoltre, “non vi sono state, se non a livello locale e con singoli operatori, iniziative che abbiano stabilito un approccio partecipativo con i diversi soggetti interessati, come rimarcato dall’Alleanza delle Cooperative, e come prescritto dai protocolli per la presentazione delle proposte di aree di protezione alla Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo. Questi protocolli – conclude – raccomandano, infatti, di accompagnare alle valutazioni di carattere biologico ed ecologico quelle di approfondimento degli aspetti economici e sociali, cosa che in questo caso non si è verificata”.
Per questo, l’Alleanza chiede che queste proposte siano preliminarmente presentate e discusse in ambito MEDAC (Consiglio Consultivo del Mediterraneo), organismo di emanazione europea che riunisce tutte le parti interessate, cosa non avvenuta per la proposta di zona protetta fra Otranto e Tirana.