Oggi 24 Deputati su 27 membri della Commissione Pesca del Parlamento europeo hanno votato il Regolamento che determinerà l’assegnazione di oltre 6 miliardi di euro di sovvenzioni pubbliche nel settore della pesca, l’acquacoltura e la protezione dell’ambiente marino per il periodo 2021-2027. Mentre gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale del commercio lavorano per tentare di vietare multilateralmente le sovvenzioni che contribuiscono alla sovrapesca e la capacità in eccesso delle flotte, i parlamentari arrivano a tradire l’impegno dell’Unione europea nei confronti della comunità internazionale, proponendo invece di reintrodurre questi aiuti nefasti. Una serie di modifiche retrograde, adottato a 12 voti contro 9, consente di finanziare la costruzione, il rinnovo e l’ammodernamento delle flotte pescherecce europee e, quindi, di aumentare la pressione sulle popolazioni ittiche e sugli ambienti marini.
“Gli aiuti alla costruzione sono banditi in Europa dal 2005. Gli eurodeputati hanno quindi agito in piena consapevolezza della situazione, e con uno scopo preciso” si rammarica Mathieu Colléter, responsabile dei rapporti istituzionali di BLOOM. “Hanno deciso, in piena coscienza, di spazzare via tutti gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea per porre fine allo sfruttamento eccessivo e alla sovracapacità, quando il 69% degli stock ittici è ancora sovrasfruttato in Europa. È un disastro. “
“Si è votato contro l’ambiente, senza alcuna vergogna” dichiara amareggiata Valérie Le Brenne, incaricata per BLOOM delle ricerche sulle sovvenzioni. “I membri hanno avuto l’opportunità trasformare il prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (2021-2027) in una potente leva di ripristino degli ecosistemi marini e di salvaguardia dei pescatori europei, e hanno invece fatto saltare tutte le clausole che cercavano di frenare l’eccessivo sfruttamento delle risorse.” Gli emendamenti proposti dalle ONG proponevano di destinare almeno il 25% del bilancio dell’UE alla protezione dell’ambiente marino e il 25% al monitoraggio delle attività di pesca e alla raccolta di dati scientifici per migliorare la gestione delle risorse selvatiche. Queste percentuali sono state fissate rispettivamente al 10% e al 15%.
Adottato con 19 voti contro 5, un compromesso la cui pericolosità supera la fantasia proposto dal relatore del testo, lo spagnolo Gabriel Mato (PPE), noto per essere il braccio armato delle lobby industriali del Parlamento europeo, sancisce che il 60% del Fondo europeo può essere destinato agli investimenti nelle flotte pescherecce europee!Nel suo comunicato del 6 marzo, il direttore scientifico di Bloom Frédéric Le Manach ha ricordato quali siano i deputati provenienti da tutto lo spettro politico che hanno formato una “coalizione del diniego”, dimostrandosi incapaci di abbandonare “un produttivismo totalmente obsoleto”. L’OCSE ha dimostrato che gli aiuti che contribuiscono a ridurre i costi dei pescatori causano il maggior aumento dello sforzo di pesca e generarono la sovrapesca. La posizione dell’OCSE si ricollega alle raccomandazioni scientifiche degli ultimi 30 anni e all’impegno preso all’ONU nel 2015 dalla comunità internazionale per vietare le sovvenzioni pubbliche che incoraggiano la pesca eccessiva e la capacità eccessiva delle flotte entro il 2020 (O.S.S. 14.6).
Dei 27 compromessi proposti da Gabriel Mato, 20 erano particolarmente dannosi per il futuro degli oceani e dei mari in Europa. Sono stati tutti adottati. Uno di questi compromessi[1] (approvato con 12 voti a favore, 9 contro) permette di aiutare “giovani pescatori” ad avviare un’attività, ma mentre la Commissione europea proponeva una definizione generosa di giovani “sotto i 40 anni”, il Parlamento ha fatto saltare questo vincolo. D’ora in poi, qualsiasi pescatore che desideri un sostegno finanziario per l’acquisto di una nave da pesca potrà essere considerato “giovane”, senza alcun limite di età! Lo stesso articolo apre anche le porte alle sovvenzioni per la costruzione di nuove imbarcazioni. Oltre alla reintroduzione degli aiuti per la costruzione, il rinnovo e la modernizzazione, un emendamento adottato propone di ridefinire la pesca artigianale nelle regioni ultra periferiche d’Europa, consentendo agli industriali di beneficiare di aiuti pubblici a cui fino ad ora non avevano accesso.
Inoltre, sono stati reintrodotti gli aiuti per la cessazione definitiva delle attività (meglio conosciuta come Piani nazionali di disarmo) che consentono a una barca di ricevere sussidi per la demolizione. Eppure la loro inefficienza nel combattere l’eccesso di capacità è stata ampiamente dimostrata.
“La Commissione Pesca del Parlamento era già totalmente delegittimata per essersi macchiata di vergognosi compromessi con le lobby della pesca, ma qui la negligenza dei parlamentari va oltre” afferma indignata Claire Nouvian, fondatrice di BLOOM. “I parlamentari che votano per queste disposizioni produttivistiche quando i climatologi hanno lanciato l’allarme rosso per l’oceano e per il mondo degli esseri viventi sono dei pericoli pubblici intrappolati nella negazione. Il Parlamento dovrebbe sciogliere questa Commissione avvelenata che mette a repentaglio il nostro futuro facendoci sprecare tempo ed energia. Sembra quasi che l’unica missione della Commissione PECH sia fornire la manna economica che alimenta un settore a colpi di denaro pubblico. La Commissione Ambiente dovrebbe essere l’unica a potersi esprimere sulle questioni che chiamano in causa gli equilibri fondamentali del pianeta.”
BLOOM invita immediatamente cittadini e deputati a mobilitarsi per bloccare questi vergognosi compromessi, per far sì che siano respinti al momento del voto in plenaria previsto per il mese di aprile 2019, in una delle ultime due sessioni plenarie del Parlamento prima delle elezioni europee.