In sede di conversione in Legge, il cosiddetto Decreto Rilancio, attraverso la riformulazione dell’Articolo 222, aveva introdotto una misura a sostegno del reddito dei pescatori autonomi. In concreto il Mipaaf metteva a disposizione della categoria risorse proprie erogate poi dall’Inps: un bonus di 950 euro per il mese di maggio. In realtà un minimo contributo per i tantissimi pescatori autonomi (compresi i soci di cooperativa) che esercitano la pesca professionale, ma pur sempre una boccata d’ aria per una categoria esclusa da altre misure di sostegno legate all’ emergenza Covid 19.
“Subito questo provvedimento ci sembrò un segnale positivo, una mano tesa verso una categoria di lavoratori duramente colpiti dalla crisi epidemiologica e rimasti senza adeguati sostegni, praticamente dimenticati. A distanza di due mesi questo bonus più che a un piccolo diritto acquisito con fatica, assomiglia sempre più a una chimera. Siamo consapevoli che questo sostegno certo non si pone a futura garanzia per il settore, ma sicuramente rappresenta un rimedio, seppur minimo, ai danni economici dell’ immediato. Le perdite già subite e quelle previste a causa del calo della richiesta di prodotto a causa della limitata attività turistica e del canale Ho.re.ca, sono motivo di seria preoccupazione. Al di là dunque di una nuova pianificazione da mettere a punto per dare adeguato sostegno al comparto, chiediamo che trovino immediata attuazione le misure già previste e normate”.
Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare.