Si è conclusa la prima giornata di lavoro dell´”High-level Seminar on the status of stocks in the Mediterranean and the CFP approach”. La due giorni di dibattito ha sede allo Sheraton Hotel di Catania e vede come partecipanti le più influenti personalità del settore ittico europeo. L’evento, organizzato dalla Commissione europea (DG Mare), dal MEDAC (Mediterranean Advisory Council) e dal Mipaaf, si è aperto con gli interventi del Sottosegretario alle politiche agricole con delega alla pesca, On. Giuseppe Castiglione, il presidente MEDAC, Giampaolo Buonfiglio e il Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca Karmenu Vella. Proprio il Commissario maltese, facendo riferimento all’annosa condizione di sovrasfruttamento che coinvolge gli stock ittici del Mediterraneo, ha dichiarato che nonostante il “paziente” sia molto grave “si può ancora agire, e lo si può fare coraggiosamente”. Opinione condivisa anche dagli altri rappresentanti istituzionali, che auspicano una soluzione repentina al problema tramite azioni condivise a nell’ottica della Politica Comune della Pesca.
Pareri all’unisono anche degli esponenti del comparto di Spagna, Croazia e Slovenia che sottolineano come la condivisione degli intenti nelle azioni di recupero non debba prescindere dalla difesa delle specificità di ogni regione. Subito a seguire le presentazioni di Norman Graham, presidente di STECF, Philippe Cury di IRD, Eduardo Balguerìas Guerra, direttore di IEO. Simone Libralato ha concluso la prima parte della discussione. Dalle presentazioni preliminari lo scenario sembra drasticamente chiaro. Nonostante l’elevata mortalità degli stock dipendente, tra gli altri fattori, dall’eccessivo sforzo di pesca e dall’innalzamento delle temperature marine, che nella fattispecie provocano la riduzione di pesci foraggio a scapito dell’intera catena alimentare. Dal dibattimento è inoltre emerso che ci sono possibili soluzioni e provvedimenti, anche immediati, da adottare per tamponare rapidamente il declino degli stock. Tra questi la riduzione del 50-60 per cento delle attività di pesca e una gestione integrata e internazionale della questione, con banche dati accessibili a tutti e la promozione di un approccio ecosistemico.
Durante la sessione pomeridiana del seminario a prendere la parola è stato Vazquez Alvarez, il quale si è più volte soffermato sull’assoluta necessità di monitoraggio, controllo e sorveglianza della pesca illegale. Inoltre, ha anche parlato dei benefici che conseguirebbero da una semplificazione e condivisione delle banche dati disponibili. Tutto ciò canalizzato verso il raggiungimento di obiettivi comuni di successo.
Fabrizia Benini della Commissione affari marittimi e pesca dell’Unione europea, ha fatto il punto della situazione dalla prospettiva dei regolamenti e norme di Bruxelles, aprendo le porte istituzionali a qualsiasi nuovo piano che contenga le esigenze del comparto pesca.
Infine, dopo un giro di domande da parte del pubblico di ricercatori, giornalisti e stakeholder, i lavori sono stati interrotti e destinati a riprendere nella giornata di domani 10 febbraio.