Prima di prevedere qualsiasi forma di fissazione di quote per la cattura del pesce spada occorre conoscere i dati tecnico scientifici della Commissione internazionale per i tunnidi (ICCAT). Questo è quanto rileva Coldiretti Impresapesca in riferimento alla proposta del commissario europeo per l’ambiente e gli affari marittimi Karmenu Vella di chiedere l’introduzione e la progressiva riduzione di un totale ammissibile di catture (TAC) del pesce spada nel Mediterraneo.
Anche dopo l’abolizione delle spadare i pescatori italiani – sottolinea Coldiretti Impresapesca – hanno dato un fortissimo contributo alla riduzione dell’attività della pesca del pesce spada con un ridimensionamento della flotta di palangari che negli anni sono passati da 6500 unità a 3000 sino alle 900 autorizzate in base alle ultime normative. Inoltre – prosegue Coldiretti Impresapesca – la sospensione dell’attività di pesca nei mesi di marzo, ottobre e novembre ha contribuito a una sia pur lentissima ripresa della presenza di pesce spada. La fissazione di quote di cattura – aggiunge Coldiretti Impresapesca – rischierebbe di innescare manovre speculative sul prodotto e di causare ulteriore disoccupazione in un settore che da qualche anno sta vivendo una congiuntura decisamente negativa.
Non va dimenticato – conclude Coldiretti Impresapesca – che l’introduzione delle quote per il tonno alcuni anni fa fu traumatica per il nostro mondo della pesca. Quindi, occorre fare una attenta valutazione prima di introdurre misure che vanno a toccare la tradizione e la cultura della pesca italiana.
La riduzione della taglia minima delle vongole pescabili in Italia rappresenta una misura attesa per salvare uno dei piatti più amati dagli italiani poiché i cambiamenti climatici hanno “rimpicciolito” le vongole al di sotto della taglia consentita, esponendo i pescatori a sequestri e multe, fino al blocco totale dell’attività.
È quanto afferma la Coldiretti che chiede quindi di accelerare il percorso per la concessione della deroga di raccolta del mollusco-bivalvi con taglia minima abbassata da 25 millimetri fino a 22 millimetri da parte dell’Unione Europea, annunciato il sottosegretario per l’agricoltura e la pesca Giuseppe Castiglione. A rischio non ci sono solo i menu a base di questo mollusco conosciuto con tanti nome dialettali (lupino, purassa, beverassa, concola, cappula,…) ma anche le esportazioni, che rappresentano quasi la metà della produzione nazionale con un impatto devastante su un settore che – sottolinea la Coldiretti Impresapesca – impegna direttamente in Italia una flotta di circa 710 imprese e oltre 1600 addetti ed ha un indotto di altre 300 imprese di commercializzazione all’ingrosso ed un altro migliaio di addetti. Un cambiamento molto atteso poiché adesso – conclude la Coldiretti – basta qualche esemplare fuori misura in mezzo a migliaia di esemplari per far scattare il sequestro dell’intero carico, con sanzioni particolarmente salate, fino al blocco dell’attività.