Una recente ricerca ha rivelato che istruire i consumatori sui servizi ecosistemici offerti dalle alghe coltivate aumenta la loro propensione a pagare un prezzo più elevato per i prodotti a base di alghe.
Nello studio sono stati intervistati 41 consumatori negli Stati Uniti, ai quali è stato chiesto quale prezzo fossero disposti a pagare per una varietà di prodotti a base di alghe o contenenti ingredienti algali, come dentifricio al kelp, shampoo condizionante, integratore alimentare e vodka. Successivamente, i consumatori hanno visto un video di 90 secondi che presentava il concetto di “servizi ecosistemici” e mostrava esempi di servizi ecosistemici correlati all’allevamento di alghe. Dopo questa fase di “istruzione” ai consumatori è stato nuovamente chiesto quale prezzo fossero disposti a pagare per gli stessi prodotti. Indipendentemente dal tipo di prodotto o dalle caratteristiche demografiche dei partecipanti, è emerso che erano disposti a pagare un prezzo più elevato per gli stessi prodotti dopo aver ricevuto l’informazione tramite il video educativo.
“Questi risultati suggeriscono che l’industria dell’acquacoltura di alghe ha il potenziale per aumentare i prezzi dei propri prodotti e, potenzialmente, la domanda dei consumatori, promuovendo i vantaggi ambientali dei propri prodotti e le pratiche agricole sostenibili”, ha affermato Will Bolduc, ricercatore del TNC (The Nature Conservancy) coinvolto nello studio.
Questa ricerca fornisce una visione importante sull’opportunità e la necessità di influenzare la crescente tendenza verso il cibo naturale. Sebbene le alghe siano consumate comunemente in alcune regioni e culture, non hanno ancora un ruolo predominante nella maggior parte delle diete globali. Ciò rende difficile ridurre l’impatto della produzione alimentare attraverso il passaggio delle fonti alimentari dalla terra al mare, soprattutto se questi cambiamenti comportano una significativa riduzione delle emissioni di gas serra e dell’uso del suolo. Per promuovere sistemi alimentari con un minor impatto ambientale, è essenziale comprendere ciò che i consumatori apprezzano in questa transizione e, soprattutto, ciò per cui sono disposti a pagare.
È importante sottolineare che i bassi tassi di consumo di alghe in tutto il mondo attualmente contrastano con il vasto numero di specie che possono essere coltivate tramite l’acquacoltura. Attualmente, solo cinque specie rappresentano il 95% della produzione mondiale di alghe, nonostante nel mondo siano state tracciate oltre 12.000 specie di alghe, molte delle quali sono altamente nutritive e rappresentano una buona fonte di proteine. In molte aree geografiche, sono presenti centinaia di specie di alghe potenzialmente preziose.
La sfida per uno sviluppo sostenibile spesso risiede nella mancanza di domanda di mercato, che pone agli agricoltori l’obiettivo di sperimentare, adattare la produzione e, contemporaneamente, garantire l’espansione di nuovi mercati.