L’Italia è in piena emergenza epidemiologica a causa del dilagare del contagio da Covid-19, ma la crisi sanitaria si è già trasformata in crisi economica. Nessun settore risulta esente, ma il comparto primario è a pezzi. Da due abbondanti settimane il settore ortofrutticolo, quello lattiero caseario, gli allevamenti di ogni tipo, la pesca e non ultima l’acquacoltura, registrano cali di incassi particolarmente significativi a fronte di spese di gestione diventate insostenibili. Chiaramente gli effetti di una tale crisi economica sono particolarmente impattanti su questi settori già in sofferenza a causa di pregresse emergenze strutturali. Vanno cercate le soluzioni, vanno cercate e applicate. La parola d’ordine è coordinazione: il Governo Centrale, insieme all’intero sistema produttivo italiano, deve adottare provvedimenti che siano validi per tutto il territorio nazionale. Per assicurare la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole per i danni derivanti dall’emergenza Coronavirus, il Mipaaf ha istituito un Fondo con una dotazione pari a 350 milioni di euro per l’anno 2020″ le cui modalità di attuazione sono ancora in corso di definizione.
I sostegni economici potranno servire per la copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti erogati dalle banche per la ristrutturazione dei debiti; per la copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli anni 2018 e 2019 su mutui bancari contratti dalle imprese; per la concessione di mutui a tasso zero, della durata non superiore ai 15 anni, finalizzati all’estinzione dei debiti bancari in essere al 31 gennaio; per il sostegno alle filiere in crisi ; infine per dare un contributo straordinario ad ogni mancata presenza determinata dalla differenza tra le presenze effettive del periodo gennaio-giugno 2019 e quelle del medesimo periodo del 2020″ per le aziende agrituristiche .
Per il settore ittico invece verrà istituito un Fondo di 20 milioni di euro per il 2020 e anche in questo caso le modalità di attuazione sono in corso di definizione.
Chiaramente sono dei passi in avanti importanti, ma probabilmente non sufficienti, soprattutto per quanto riguarda la pesca. C’e’ stato un nettissimo calo di consumo di prodotto ittico dovuto a un ingiustificato cambiamento delle abitudini alimentari delle famiglie italiane, alle limitazioni imposte ai ristoranti, alle chiusure dei mercati, alle chiusure delle scuole e dunque delle mense.
“Confidiamo in provvedimenti più incisivi per la pesca e l’acquacoltura” dichiara Gennaro Scognamiglio presidente nazionale UNCI Agroalimenatre – “Abbiamo l’impressione, e mi auguro di sbagliare, che i danni economici subiti dalla pesca e dai pescatori siano percepiti come meno gravi dai più, rispetto a quelli subiti dall’agricoltura. Questi danni invece sono importanti e probabilmente destinati ad aggravarsi anche a causa delle ulteriori misure restrittive imposte per limitare il dilagare del contagio da Covid 19. Tutto giusto naturalmente, ma bisogna anche fornire informazioni corrette relative al consumo di prodotti agroalimentari e dunque ittici. Speriamo nell’istituzione ufficiale di un tavolo intorno al quale discutere dei problemi dell’agricoltura e della pesca con l’auspicio che le misure straordinarie per danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza COVID 19 destinate all’agricoltura, siano estese anche alle imprese di pesca”.