Il Ddl approvato ha l’obiettivo di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, favorire il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati, incentivare campagne volontarie di pulizia del mare e sensibilizzare la collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti negli ecosistemi marini e alla corretta gestione degli stessi.
“Un passo in avanti – dichiara Gennaro Scognamiglio, presidente di UNCI Agroalimentare – per la sostenibilità ambientale e per la tutela del mare e della risorsa”.
“Sinora i rifiuti raccolti durante la normale attività di pesca erano considerati rifiuti speciali e se recuperati e portati a terra dovevano essere smaltiti con costi a carico dei pescatori. Questo scoraggiava notevolmente gli operatori del mare che si vedevano costretti, ahimè, ad abbandonare nelle acque i rifiuti rinvenuti nelle proprie reti, proprio per evitare aggravi di spesa che andavano ad incidere sulla propria attività già così penalizzata”, continua Scognamiglio.
“Oggi invece i pescatori potranno operare come propri spazzini del mare, non avendo più ostacoli nel riportare a terra plastica e rifiuti accidentalmente finiti nelle reti. Inoltre, il Ddl prevede l’attribuzione di una certificazione ambientale agli imprenditori ittici che si impegnano a utilizzare materiali a ridotto impatto ambientale, che partecipano a campagne di pulizia del mare e/o conferiscano rifiuti accidentalmente pescati”, conclude il presidente di UNCI Agroalimentare.