Il consumo di pesce presenta una serie di problemi etici, ambientali e di salute. Il primo fra tutti è il sovrasfruttamento. Nella sua relazione più recente sullo stato della pesca globale, l’ONU ha avvertito che il 90% degli stock ittici mondiali sono completamente o eccessivamente sfruttati e che l’aumento della produzione per soddisfare la crescente domanda mondiale di proteine animali non può avvenire in modo sostenibile.
Nel frattempo, la concentrazione di mercurio e di altri inquinanti nei pesci come il tonno e il pesce spada rimane un rischio per la salute, mentre i pesci allevati sono soggetti a parassiti, ruscellamento dei pesticidi e altri contaminanti.
Mike Selden e Brian Wyrwasne sono consapevoli di quanto detto tanto che stanno investendo tutte le loro energie in Finless Foods, startup californiana fondata nel 2017 e con sede a Emeryville. Finless Foods è una delle numerose startup che utilizzano la cosiddetta agricoltura cellulare per sostituire metodi antichi di produzione alimentare: agricoltura, allevamento e, in questo caso, pesca. Le cellule animali vengono coltivate da cellule staminali e incubate in un “bioreattore” in un tessuto che può essere “raccolto” e formato in alimenti familiari come polpette e bastoncini di pesce.
Selden crede che le persone possano ancora godere del gusto, della consistenza e della nutrizione del pesce senza saccheggiare gli oceani. Finless Foods, utilizza l’agricoltura cellulare per coltivare pesci in laboratorio, utilizzando cellule progenitrici prelevate da un piccolo pezzo di carne di pesce.
“L’idea è ingannare queste cellule facendole credere che siano ancora nel loro proprietario, quindi nutrendole con sostanze nutritive come sali e zuccheri, le cellule possono trasformarsi in muscoli o tessuto connettivo o grasso” dice Selden.
Finora, Finless Foods, ha fatto un primo prototipo costituito da cellule di pesce legate insieme con un enzima di pasta alimentare. È stato utilizzato in crocchette di carpa servite in occasione di un test di assaggio nel settembre 2017. L’azienda spera di perfezionare i suoi processi ed essere in grado di replicare il tonno rosso entro la fine del 2019; alla fine progetta di coltivare ogni sorta di pesce.
Guardando più lontano, Finless sta concentrando i suoi sforzi di ricerca e sviluppo sull’ingegneria dei tessuti che consentirà loro di coltivare non solo cellule sconnesse ma pezzi solidi di tessuti che sono un facsimile di carne di pesce – fondamentalmente filetti di pesce.
Molte persone trovano disgustosa l’idea del pesce cresciuto in laboratorio, mentre altri pensano che sia eccitante. Ciò che è importante capire, fanno sapere da Finless Food, è che la carne coltivata in laboratorio è ancora carne, anche se ha fatto un percorso diverso verso la tavola.