AquaFarm è tra le manifestazioni più innovative dedicate all’acquacoltura europea e del Mediterraneo. L’emergenza sanitaria, la crescita della digitalizzazione e l’innovazione tecnologica, da legare al sempre più importante settore dell’acquacoltura, stanno generando nuove prospettive economiche e commerciali per un mercato che guarda con attenzione alla tutela del mare, alla tracciabilità del prodotto e alla sostenibilità ambientale.
La manifestazione fieristica si conferma essere tra le più importanti per il settore con un’attenzione costante alle innovative dinamiche intrecciate alla sicurezza alimentare, alla fiducia del consumatore, alla formazione continua e alla corretta informazione. Un importante evento per stratificare le radici, insieme a tutta la filiera, per la ripartenza economica e produttiva dell’acquacoltura e per condividere innovazioni e progetti che quest’anno si sono imposti nel settore dell’agritech.
Domani, come più volte ribadito nelle ultime settimane, aspettando l’appuntamento fieristico in programma il 9 e 10 giugno AquaFarm Restart Editon, si terrà un incontro in live streaming per presentare i risultati della ricerca “Acquacoltura e Covid-19 quale impatto sui consumi?” di CREA Marketing Consulting e per dibattere sull’impatto che la pandemia e il lockdown ha avuto sul settore dell’acquacoltura.
Un appuntamento che ha lo scopo di porre le basi per la ripartenza economica e produttiva insieme agli stakeholder della filiera.
A relazionare, tra gli altri, anche Pier Antonio Salvador, Presidente API, a lui abbiamo rivolto una serie di domande.
L’emergenza sanitaria ha modificato i consumi del grande pubblico. E’cambiata anche la modalità d’approccio al pesce allevato?
Il Covid ha rivoluzionato l’approccio della gente al cibo: chiusi ristoranti, mense, fast food ovvio che le persone hanno dovuto preparare in casa i pasti, questo ha determinato la “responsabilità” di scegliere i prodotti e l’orientamento è stato molto indirizzato verso il “locale” italiano garanzia di freschezza, tracciabilità e sicurezza. Tutti questi requisiti sono prerogative dei prodotti dell’acquacoltura e la gente sta premiando questo. Va però sottolineato che le vendite attraverso la GDO non riescono a colmare il 25\30% di prodotto destinato al consumo nell’Horeca che attualmente è fermo.
In che modo l’acquacoltura può incidere nei circuiti commerciali del mercato ittico?
Prerogativa dei prodotti dell’acquacoltura è la presenza sul mercato sempre, durante tutto il periodo dell’anno. Gran parte del pesce allevato è trasformato, è preparato per essere utilizzato in cucina con facilità e va appunto incontro al nuovo “stile di vita” imposto dal Covid: cucinare e mangiare più spesso a casa.
Quali sono i punti di forza del settore per guardare al futuro?
Il Covid ha senza dubbio influenzato il consumatore nella ricerca di prodotto ittico che offra garanzie di tracciabilità e produzione controllata da acquacoltura sostenibile. Ripetiamo che si dà molta importanza alla produzione regionale, italiana, dell’Unione Europea e noi acquacoltori dobbiamo lottare per far accettare sempre e sempre più i nostri prodotti che hanno tutti questi requisiti tout court. Produciamo bene e dobbiamo comunicare questo.
Quali sono le richieste del settore al mondo della politica nazionale e internazionale?
Alla politica a tutti i livelli si chiede, e in tempo di emergenza sanitaria si dovrebbe reagire con estrema urgenza, di attenuare il più possibile la pressione burocratica che con le sue spire blocca la crescita di un settore importantissimo, determinante nel fornire cibo ad una popolazione in continua crescita.
Dato che le importazioni di prodotto ittico in tutta la UE ci costano miliardi di euro vanno subito riviste e modificate le modalità sia in termini di accordi commerciali, sia in termini di controlli per le importazioni da Paesi Terzi. Contemporaneamente deve partire una campagna istituzionale di promozione di tutti i prodotti agricoli europei compresi i prodotti dell’acquacoltura, che preveda anche informazioni corrette al consumatore, con etichettatura chiara circa l’origine dei prodotti ittici anche per quelli somministrati attraverso l’HoReCa.