Nella sua ultima settimana da Commissario Ue alla pesca, il maltese Karmenu Vella ha concesso una lunga intervista di fine mandato a Pesceinrete.
Nel fare il punto sul suo lustro alla guida del settore peschiero europeo, ha parlato della sfida “oceanica” del suo successore ma anche del rischio che i negoziati sul prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) possano reintrodurre sovvenzioni dannose per gli stock e ha bocciato la proposta del ministro Teresa Bellanova di pensare a strumenti di sostegno al reddito dei pescatori come avviene per gli agricoltori nell’ambito della Politica agricola comune (PAC).
Per quale politica in materia di pesca vuole essere ricordato in futuro?
La risposta è semplice, nell’Unione europea esiste un’unica politica della pesca: la politica comune della pesca (PCP). Quando ho iniziato il mio mandato, la PCP era appena stata riformata con obiettivi chiari: garantire che le attività di pesca fossero nel lungo termine sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Trovare un equilibrio tra questi tre obiettivi è stato un esercizio delicato in tutto il mio mandato. L’attuazione della PCP è stata per me una priorità e con buoni risultati, poiché gli sviluppi positivi dimostrano che ci stiamo muovendo nella giusta direzione.
In che condizioni versa la pesca europea alla fine del suo mandato?
In molte parti dell’UE, la pesca è probabilmente nelle migliori condizioni in cui si trovava da decenni. Solo nelle acque europee della sponda atlantica, negli ultimi 10 anni, il numero di stock valutati che hanno raggiunto livelli di sicurezza è aumentato da 5 (su 35) a 59 (su 81). Da diversi anni ormai, l’industria della pesca dell’UE sta realizzando profitti record di 1,3 miliardi di euro!
Cosa ancora più importante, stiamo assistendo al fatto che lo sfruttamento sostenibile degli stock gestiti in modo sostenibile migliora i risultati economici della nostra flotta. Buone notizie per gli stock sono buone notizie anche per i nostri pescatori. I nostri pescatori vedono anche un miglioramento delle condizioni di lavoro e un aumento dei salari medi, il che è importante per attirare le nuove generazioni.
I negoziati sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per il 2021-2027 sono appena partiti e saranno conclusi dal suo successore. Quali sono le sue aspettative?
Il FEAMP dovrebbe continuare a sostenere il raggiungimento degli obiettivi della politica comune della pesca verso una pesca sostenibile a lungo termine. A questo proposito, vi è un forte valore aggiunto del sostegno pubblico dell’UE allo sviluppo di tecniche di pesca a basso impatto, al miglioramento della sicurezza a bordo delle navi, al sostegno al rinnovo generazionale nel settore della pesca e al miglioramento delle conoscenze scientifiche sulla biodiversità marina.
Tuttavia, temo che nel corso dei negoziati possano essere introdotti alcuni sussidi dannosi, ad esempio aumentando la capacità di pesca o sostenendo la costruzione di nuove imbarcazioni. Ciò sarebbe non solo in contrasto con i nostri ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche con gli impegni assunti dall’Ue nell’ambito dell’obiettivo 14 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile che mira a eliminare le sovvenzioni che contribuiscono alla sovraccapacità e alla pesca eccessiva.
Lei ha criticato la posizione sul FEAMP di Francia, Spagna e Italia al Consiglio Ue. Cosa non andava?
Nel maggio 2019 – prima dell’adozione della posizione del Consiglio sul FEAMP – Francia, Spagna e Italia hanno pubblicato una dichiarazione comune in cui si chiedeva più semplificazione. Concordo pienamente con questo obiettivo, che è uno degli elementi principali della proposta della Commissione. Tuttavia, tale dichiarazione chiedeva anche l’introduzione di sussidi che potrebbero aumentare la capacità di pesca. Anche se l’intenzione dei tre Stati era quella di migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro, le modifiche richieste potrebbero generare effetti nocivi indesiderati sulla sostenibilità, motivo per cui sono attualmente vietate.
Mi consenta inoltre di sottolineare che la sicurezza e le condizioni di lavoro possono essere notevolmente migliorate senza aumentare la capacità di pesca. Questo è esattamente ciò che il FEAMP sta già sostenendo e continuerà a sostenere in futuro, ad esempio, finanziando strutture sanitarie e di cucina a bordo, le vernici antiscivolo, le porte tagliafuoco o le ringhiere del ponte.
Quali sono le maggiori sfide che il suo giovane successore, il lituano Virginijus Sinkevičius, dovrà affrontare?
Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono le due sfide più urgenti del nostro tempo. Sono indissolubilmente legati, si rafforzano a vicenda e richiedono un’azione forte da parte dell’UE.
Facendo dell’European Green Deal una delle sue massime priorità, il prossimo presidente della Commissione ha compreso bene l’urgenza delle due sfide. Sono certo che il mio successore metterà il suo cuore in questa importante missione.
La natura è alla base di tutta la vita sulla Terra. Dipendiamo da essa per l’alimentazione, l’energia, le materie prime, l’aria e l’acqua che rendono possibile la vita e stimolano l’economia. I nostri oceani ed ecosistemi marini svolgono un ruolo importante in tutti i principali processi naturali, compresa la mitigazione del riscaldamento globale.
Si è parlato molto della scomparsa e del successivo ritorno del termine Pesca dal portafoglio di Sinkevičius. Lei cosa ne pensa?
Io penso che l’ambizione del portafoglio della DG MARE e del signor Sinkevičius non cambierà per il cambiamento di un nome. Il proseguimento dell’attuazione della PCP rimane della massima importanza, come si evince dalla lettera d’incarico che il Presidente eletto von der Leyen gli ha consegnato.
Sono certo che il mio successore sarà all’altezza di questa missione, come ha dichiarato durante l’audizione del Parlamento europeo. Dovremmo concentrarci sul funzionamento della PCP piuttosto che impegnarci in discussioni sul nome del portafoglio…
In compenso, la parola Oceani è rimasta nel titolo del suo successore…
Questa aggiunta riflette la tendenza verso un approccio più integrato agli oceani, iniziata con l’agenda per la governance internazionale degli oceani che ho messo in atto durante il mio mandato. Questo piano d’azione per il futuro dei nostri oceani è volto a garantire un contributo efficace e coerente dell’UE e dei suoi Stati membri per aumentare gli sforzi globali a favore di oceani sani, puliti, sicuri e gestiti in modo sostenibile. In questo senso, essa è parte integrante della risposta dell’UE all’Agenda 2030 e, in particolare, allo SDG14.
A quasi tre anni dal suo avvio, questo programma si è dimostrato valido nel garantire un’azione concertata e mirata per promuovere la sostenibilità degli oceani e dimostrare la leadership mondiale dell’UE. Siamo molto orgogliosi dei risultati che abbiamo già ottenuto nell’ambito di questa agenda. Il nuovo accordo di pesca nell’Artico ne è un buon esempio.
Tuttavia, gli oceani sono grandi e le sfide enormi, quindi questo è solo l’inizio. Dobbiamo andare oltre e portare la governance degli oceani al livello successivo. Garantire la leadership dell’UE in materia di governance internazionale degli oceani rimarrà pertanto una priorità politica per il mio successore.
Il ministro italiano Teresa Bellanova ha dichiarato che è giunto il momento di pensare a un sostegno europeo al reddito dei pescatori come già avviene con gli agricoltori per i pagamenti diretti nell’ambito della Politica agricola comune (PAC). Crede sia fattibile?
Garantire un tenore di vita equo per coloro che dipendono dalle attività di pesca è un obiettivo fondamentale della politica comune della pesca. Come l’esperienza ha dimostrato, il modo migliore per garantire un reddito dignitoso e un tenore di vita equo è la pesca sostenibile. Il FEAMP può dare un contributo in tal senso. Ad esempio, può fornire investimenti pubblici per migliorare le condizioni di lavoro, il che rappresenta chiaramente una sfida. Può inoltre sostenere il rinnovamento generazionale rendendo il settore più attraente per i giovani pescatori.
Ma il FEAMP non è uno strumento di sostegno al reddito. Dobbiamo tenere presente che lo scopo del denaro pubblico è il conseguimento di benefici collettivi, soprattutto nel contesto della pesca, che riguarda lo sfruttamento delle risorse naturali limitate. Non vi è alcun valore aggiunto per gli investimenti pubblici se mirano semplicemente a sostituire gli investimenti privati o a compensare le perdite di reddito.
È della massima importanza che il denaro pubblico rimanga destinato al conseguimento degli obiettivi della PCP e non sia escluso da questi ultimi. Con gli importi limitati disponibili nell’ambito del FEAMP, è altresì essenziale fare un uso strategico del denaro dei contribuenti ed evitare distorsioni della concorrenza nel settore.
È un po’ deluso che, nonostante un accordo ragionevole con il Consiglio sulle quote del Baltico, la Commissione sia stata attaccata dalle ONG per non aver fatto abbastanza?
Per cominciare, vorrei ricordare che esistono opinioni divergenti tra le ONG. Ho ricevuto una lettera molto amichevole da una rete di ONG che ha riconosciuto esplicitamente la buona proposta della Commissione e la decisione del Consiglio come un importante passo avanti.
Per il Mar Baltico, dobbiamo proseguire i nostri sforzi nel 2020 per realizzare una pesca sostenibile per tutti gli stock ittici commercialmente importanti. L’ho detto pubblicamente e, a quanto mi risulta, nessuno lo nega. La decisione del Consiglio è stata senza precedenti e gli sforzi degli Stati membri e della Presidenza finlandese meritano di essere riconosciuti da tutte le parti interessate, comprese le ONG.
Gerardo Fortuna