Anche l’Unione Europea ha preso ispirazione da “1984” di Orwell. E lo applicherà ai pescherecci abruzzesi. Questi ultimi vedranno l’istallazione a bordo di telecamere che registreranno 24 ore su 24 il loro operato, nello specifico in merito al pesce di scarto che non potrà più essere rigettato in mare, ma trasportato a terra per essere smaltito o trasformato. Insomma, una sorta di occhio sempre presente. Interviene in merito Mimmo Grosso, portavoce degli armatori di Pescara, definendo le norme europee eccessivamente rigide. Dulcis in fundo le telecamere, in pieno stile “Big brother”. Grosso annuncia di aver chiesto al presidente della Regione Luciano D’Alfonso e all’assessore alla pesca Dino Pepe, di realizzare un centro per la trasformazione del pesce di risulta, poco richiesto e a prezzi davvero bassi, che, trattato e sfilettato attraverso gli opportuni metodi, potrebbe essere destinato al mercato magari sottolio, o comunque in una veste adeguata ad attirare l’attenzione del consumatore finale. Il presidente D’Alfonso sembra sia incline a supportare questa iniziativa, dato anche dallo svantaggioso il trade off che risulterebbe dallo smaltimento di tale pesce, caratterizzato da elevati costi e scarsissimi rendimenti. Quanto alle telecamere a bordo, Mimmo Grosso precisa che a subire le conseguenze, alla fine, sono sempre gli operatori del settore, ovvero i pescatori. E’ vero che pare che siano a carico dell’Unione Europea, ma come spesso accade “i costi di questi strumenti ricadranno sicuramente su di noi, per via della manutenzione, gestione, abbonamenti, come è accaduto con altre apparecchiature che abbiamo a bordo”.
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