La pesca in Italia: lo stato attuale – Un settore produttivo in crisi, quello della pesca: una crisi antica le cui motivazioni non possono essere rintracciate esclusivamente nelle difficoltà gestionali legate al generalizzato ed esponenziale aumento dei costi energetici. La crisi conosciuta dal comparto è strutturale, antica e radicata.
Sicuramente oggi i costi di gestione sfuggono al controllo: se rimane estremamente difficile far fronte alle spese ordinarie, diventa impossibile sostenere quelle straordinarie (guasti alle attrezzature, ai motori etc.). Sul settore pesano in maniera importante problematiche intrinseche per le quali sembrano mancare proposte risolutive, manca un piano di gestione strategico, costruito ad hoc.
Rappresentano un flagello le importazioni di pesce dall’estero a discapito della produzione interna; l’inquinamento corrompe in maniera tale gli ecosistemi da generare importanti compromissioni per le specie target; i cambiamenti climatici degli ultimi anni favoriscono la presenza, nel Mediterraneo, di specie aliene che spesso alterano i sistemi biologici marini; le catture accidentali incidono negativamente sui giovanili e la pesca illegale sugli stock in generale. A tutto ciò bisogna aggiungere una politica comunitaria estremamente standardizzata le cui decisioni non vengono recepite e applicate in Italia attraverso una programmazione adeguatamente pensata in base a quelle che sono le specificità e le peculiarità della pesca nostrana.
La diminuzione dello sforzo di pesca, la conseguente riduzione delle giornate lavorative, le restrizioni spaziali all’attività estrattiva, il contingentamento delle catture, sembrano assicurare la sostenibilità della pesca da un punto di vista ambientale, ma incidono negativamente su quella economica degli addetti.
Per la corrente annualità del Piano Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura 2022/2024, UNCI Agroalimentare sta realizzando una indagine volta a descrivere e analizzare lo stato della pesca italiana allo scopo di fornire un quadro di insieme che metta in evidenza gli attuali problemi del comparto. L’intenzione è quella di evidenziare le problematiche vissute giornalmente dai pescatori in riferimento allo stato delle risorse biologiche della pesca e a quello conseguente dell’economia di settore.
“La nostra Associazione, attraverso tale indagine, intende fotografare lo stato attuale della pesca italiana ed elaborare delle soluzioni condivise con i pescatori stessi da proporre poi nelle opportune sedi istituzionali.
Siamo alla vigilia dell’entrata in vigore del FEAMPA 2021/27 e dobbiamo farci trovare pronti con delle proposte che sappiano sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Europa e completamente a servizio della pesca. Più che in passato, è necessario una programmazione nazionale a lungo termine che salvi il ceto peschereccio italiano attraverso una gestione sistematica che determini una evoluzione in senso ecologico dell’attività, che incoraggi l’innovazione tecnologica, che incentivi il ricambio generazionale, che stimoli la diversificazione delle attività di pesca che, in definitiva, centri effettivamente l’obiettivo di dare luogo a una pesca sostenibile sotto ogni aspetto”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare.
La pesca in Italia: lo stato attuale