La Regione Siciliana ha annunciato il ricorso contro il decreto ministeriale relativo alla spartizione delle quote di pesca italiane di tonno rosso passate, su indicazione dell’Unione europea, da 3.294 a 3.894. A darne ufficialità il presidente Nello Musumeci dopo la delibera della Giunta di Governo che ha impugnato la decisione del dicastero delle Politiche Agricole.
La richiesta della Sicilia di una distribuzione più attenta al sistema del palangaro, alle tonnare fisse e alla pesca accidentale è stata pressoché ignorata privilegiando invece il più tutelato sistema a circuizione praticato perlopiù in Campania. L’attuale distribuzione assegna a una sola barca con il sistema a circuizione poco più di 460 tonnellate, poco meno di quanto spetta all’intero sistema del palangaro, circa 530 tonnellate.
A difesa della pesca artigianale e tradizionale siciliana, oltre allo stesso Musumeci che chiede “l’applicazione di un criterio equo di spartizione che non continui a danneggiare i pescatori siciliani”, anche l’assessore alla pesca Edy Bandiera che è tornato ad evidenziare come anche un solo esemplare di tonno rosso, visto il suo elevato valore commerciale, possa rappresentare per una famiglia di pescatori una maggiore possibilità di reddito.
Bandiera, che ha più volte manifestato la necessità di porre maggiore attenzione ai diversi sistemi di pesca tradizionali siciliani ha rilevato come “Il mancato aumento delle quote comporterebbe un danno per l’intero indotto ittico.”