La tutela dei gamberetti d’acqua dolce dell’Abruzzo – Visitando gli splenditi borghi dell’Abruzzo, pensiamo a Scanno e al suo lago, altamente probabile è trovare ristoranti e osterie che consentono di assaporare un piatto di pasta ai gamberetti di fiume. Il gambero di fiume appartiene alla classe dei crostacei. Il suo corpo è ricoperto da un robusto tegumento che nella parte anteriore termina con un rostro a forma triangolare schiacciato e piatto, mentre l’addome presenta un apice arrotondato a ventaglio. Vive in acque pulite e ben ossigenate, prevalentemente lungo le rive dei laghi o dei torrenti abruzzesi. Ad oggi, il gambero d’acqua dolce è iscritto nella Lista Rossa redatta dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN), dove è classificato dal 2010 come specie a rischio di estinzione, che qualifica la specie come “oggetto d’interesse comunitario per la quale devono essere individuate zone speciali di conservazione”.
Nel nostro recente passato, notevole interesse aveva suscitato il progetto “CRAINat – Conservation and recovery of Austropotamobius pallipes in Italian Natura2000 sites”, finanziato nell’ambito del programma comunitario LIFE che prevedeva la realizzazione di specifiche azioni di tutela e conservazione nei confronti della specie. Il progetto attuò oltre sessanta azioni di tutela in due ambiti territoriali, Nord Italia (Regione Lombardia) e Centro Italia (Regione Abruzzo – inclusa la Provincia di Chieti, il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e la Provincia di Isernia).
Accanto ad azioni di ricognizione sui corsi d’acqua presenti in Abruzzo e Molise sono state realizzate attività di caratterizzazione genetica, azioni di monitoraggio e contenimento delle specie alloctone, azioni di manutenzione e ripristino degli habitat, nonché azioni specifiche finalizzate alle reintroduzioni di giovani individui all’interno del proprio habitat naturale.
Il gambero di fiume è una specie minacciata di estinzione a causa dell’inquinamento delle acque dolci, della riduzione della popolazione, del proliferare di crostacei esotici, della pesca di frodo e del riscaldamento globale che, soprattutto nei periodi estivi, porta ad una riduzione o interruzione delle portate idriche nei corsi d’acqua, con una drastica diminuzione della possibilità di sopravvivenza della specie.
Attualmente, vari esperti e imprenditori innovatori tentano di sviluppare progetti di marketing territoriale sul gambero di fiume dell’Abruzzo che può risultare una carta vincente di attrazione turistica, coniugando con creatività e concretezza la ristorazione locale dei piccoli borghi, la tutela dell’ecosistema dei fiumi, la creazione di ruscelli didattici per i bambini e la scoperta faunistica del territorio. Inoltre, avviare una campagna di diffusione e sensibilizzazione sul gambero di fiume diviene particolarmente importante nell’azione di conoscenza di tale specie alla popolazione, ai giovani e al mondo dell’impresa turistica e della ristorazione legata ai fiumi.
La tutela dei gamberetti d’acqua dolce dell’Abruzzo