Secondo i risultati della ottava Indagine Statistica del Centro studi Ucima-Mecs, i costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio oltre a chiudere un 2019 in positivo, confermano la leadership mondiale nel settore.
Vogliamo approfondire il tema in questa intervista che ci ha concesso in esclusiva Matteo Bartolini, Export Sales & Marketing Manager, Tiber Pack.
Bartolini – Il comparto industriale della produzione delle macchine per il packaging in Italia è piuttosto solido ancorché eterogeneo. La maggior parte delle aziende ha un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro. Le più grandi stanno crescendo grazie a una politica sistematica di M&A proponendo alla filiera produttiva linee complete. L’industria è cresciuta molto nell’ultimo decennio con un fatturato globale al 2019 di oltre 8 miliardi di euro (Dati UCIMA Analisi Congiunturale 2020). A livello internazionale si riconosce ai costruttori italiani grande esperienza nel settore, affidabilità degli impianti, innovazione nelle tecnologie e flessibilità nell’interpretare le necessità del cliente. In effetti molte delle macchine realizzate, soprattutto dalle PMI, sono customizzate sulle necessità specifiche del cliente. Queste sono le caratteristiche che fanno emergere l’Italia come paese fornitore di riferimento di macchine per il packaging e che fanno competere le nostre aziende con le più importanti realtà Europee o d’Oltre Oceano.
Ad incidere maggiormente sul fatturato è l’industria alimentare. Il settore ittico che rilevanza ha?
Ad oggi il settore ittico non rappresenta una parte significativa del nostro fatturato, i mercati su cui siamo più attivi sono ad esempio pet food, frutta secca, bakery, affettati, pasta, snack sia salati che dolci, solo per citarne alcuni. Tuttavia, considerando che la produzione ittica globale tra pescato e allevato si attesta intorno ai 179 milioni di tonnellate (dati FAO 2018), l’80% dei quali destinati al consumo alimentare, riteniamo possa essere per noi un mercato interessante nel quale stiamo iniziando a muoverci con più convinzione. Ad esempio abbiamo di recente quotato alcuni progetti di automazione per il confezionamento secondario di pesce surgelato, o ancora sistemi per l’incartonamento di tonno in vasetti e lattine. Va infatti rilevato che i nostri servizi sono richiesti unicamente quando sia necessario il confezionamento, ossia laddove il prodotto sia condizionato e trasformato.
Quali sono le più importanti aree geografiche nazionali di riferimento per il settore ittico?
Il mare Adriatico settentrionale è il più intensamente sfruttato, seguono l’Adriatico meridionale, il Mar di Sicilia e il Tirreno meridionale (Annuario Settore Ittico 2018). La prima trasformazione e il confezionamento generalmente avvengono in loco quindi le Regioni più importanti sono quelle che si affacciano su tali mari: Veneto, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Toscana, Liguria.
Quali i mercati internazionali più interessanti?
A livello globale il più grande produttore ittico è la Cina, seguono il resto dell’Asia, USA, Europa e Africa. Per quanto attiene all’Europa sono particolarmente interessanti i paesi Nordici, il Regno Unito e Irlanda, il Portogallo, la Spagna.
Ognuno di questi paesi destina una quota parte della produzione, per alcuni anche molto consistente, all’esportazione. L’Italia ed esempio è un buon esportatore e un forte importatore di pesce (42% del consumo totale). Tutta la movimentazione logistica del prodotto ittico implica l’utilizzo di un packaging che lo protegga adeguatamente. Solo per citare alcuni esempi, i filetti di platessa surgelati o i famosi bastoncini di merluzzo in astuccio, le vaschette termo retratte di salmone, i gamberetti congelati in busta, oltre alle conserve di pesce, sono tutti prodotti in quantità rilevanti e quindi l’automazione del processo di confezionamento è più che mai una necessità.
L’industria italiana di macchine per packaging come ha attraversato il periodo Covid?
Il primo semestre del 2020 è stato molto difficile per l’Intero Settore. Guardando i numeri saltano all’occhio una diminuzione globale del fatturato di oltre il 20% e una diminuzione della raccolta ordini di circa il 6%. Nell’industria alimentare, quella nella quale siamo più attivi, abbiamo assistito a una diminuzione della domanda di automazione a seguito della contrazione nella domanda di prodotti alimentari. In realtà, analizzando il fenomeno più attentamente, il mercato si è mosso a diverse velocità.
Per alcuni prodotti in effetti la domanda è fortemente diminuita, per altri prodotti invece come ad esempio: pane e prodotti correlati, biscotti, latte, farine ecc…, la domanda è addirittura cresciuta a seguito delle mutate necessità della clientela confinata in casa (chi non ha fatto la pizza o non ha provato a farsi il pane in casa durante il Lockdown?).
Globalmente il settore, nel Q1 e Q2 del 2020 ha dunque subìto una battuta di arresto. Ciò detto, nonostante la contrazione del mercato, alcune aziende virtuose, tra cui Tiber Pack, capaci di essere più flessibili e di diversificare l’offerta, chiuderanno l’anno con una crescita o con performance in linea con l’anno precedente.
Quali sono le previsioni per il futuro?
Gli indicatori mostrano un livello di fiducia generale dei produttori di macchinari per il packaging abbastanza contenuto, se confrontato con quello del 2019, tuttavia il mercato, alla ripresa delle (quasi) normali attività, si è dimostrato piuttosto reattivo. Lo scenario attuale è variegato: le società dell’industria alimentare che hanno definitivamente rinunciato a un piano di automazione sono poche e generalmente piuttosto piccole. Le realtà di più grandi dimensioni, come ad esempio i gruppi multinazionali, che hanno piani di sviluppo industriale che si esplicano nell’arco di vari anni, hanno piuttosto congelato gli investimenti per un breve periodo per poi spostarli al 2021. In alcuni casi hanno anzi stanziato fondi piuttosto ingenti per accelerare l’implementazione di macchine automatiche.
Personalmente sono convinto che nei periodi di crisi si nascondano le migliori opportunità.
Dal punto di vista dell’approccio al mercato, è cruciale recepirne i cambiamenti e adattare ad essi gli strumenti di marketing e comunicazione per poter essere vicini ai clienti anche a distanza, in un momento in cui viaggiare è più difficile.
Da un punto di vista tecnico, oltre alle caratteristiche di capacità tecnica e di flessibilità produttiva che da sempre contraddistinguono i costruttori italiani, l’affidabilità degli impianti e un livello di servizio impeccabile faranno sempre più la differenza.
Per quanto mi riguarda vedo un 2021 in crescita, in alcuni ambiti e, in alcune aree geografiche, anche decisa. Bisogna essere attenti ai movimenti del mercato poiché alcuni equilibri si sono spostati, forse definitivamente. Con questo intendo dire che i Paesi che meglio hanno gestito la situazione, favorendo politiche per il contenimento del contagio, hanno favorito allo stesso tempo il loro tessuto industriale.